Le perdite di credito generate da ritardi e mancati pagamenti da parte dei clienti rappresentano l’area di attività più problematica per le imprese liguri. Dall’analisi European Payment Report (Epr) realizzata da Intrum, il principale operatore europeo nei credit services che ha intervistato più di 11 mila imprese di 29 Paesi europei, emerge che molte più aziende in regione (50% delle realtà intervistate) rispetto alla media nazionale (35%) sono disponibili a rivedere i termini di pagamento pur di agevolare i propri clienti anche se solo una piccola parte ha dichiarato di aver accettato, nell’ultimo anno, pagamenti più lunghi di quanto ritenesse sostenibile.
La recessione economica è una realtà che secondo molti dei manager liguri interpellati (il 39% contro il 31% in Italia) caratterizzerà i prossimi 12 mesi, ma già oggi oltre la metà delle imprese della regione coinvolte rileva difficoltà finanziarie per i propri debitori, un problema che in Italia emerge solo dal 20% delle interviste.
Più realtà economiche locali (il 61% degli interpellati) rispetto alla media nazionale (49%) registrano una diminuzione dei profitti causata dalla crisi pandemica e continuano, anche in questa fase, a essere inferiori rispetto a prima.
Per quanto riguarda il tempo medio impiegato dai propri clienti per effettuare i pagamenti, le aziende liguri hanno riscontrato che il 53% dei consumatori paga in media tra 21 e 30 giorni (rispetto a una media nazionale del 42%) mentre il 29% dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione vengono eseguiti con notevole ritardo, tra 101 e 200 giorni, contro una media nazionale che non supera l’8%.
L’Epr di Intrum ha cercato di indagare anche in quanto tempo manager e imprenditori liguri stimano che la regione possa diventare “cashless”, cioè utilizzando esclusivamente la moneta elettronica: secondo il 61% ci si impiegherà 10 anni, ma il 22% è ancora più pessimista e non pensa ci si arriverà mai.
«A tutti i livelli – ha commentato Antonio Rabossi, operations director di Intrum Italy – le aziende sono concordi nel ritenere la sana gestione del credito l’elemento chiave per la ripresa economica nella fase post-pandemica. Una sana gestione del credito investe l’impresa di un ruolo sociale: per il 67% delle aziende italiane (69% in Europa) che abbiamo intervistato, il pagamento dei fornitori nei tempi concordati è una delle componenti della responsabilità sociale d’impresa».