Oggi si è svolto a Genova e contemporaneamente nelle altre regioni italiane, col coinvolgimento di agricoltori, allevatori e cittadini, un flashmob promosso da Coldiretti contro l’aumento incontrollato della fauna selvatica.
Secondo Coldiretti Liguria sono oltre 70 mila i cinghiali presenti nella regione.
«La situazione è diventata insostenibile nelle campagne – afferma il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri – con danni enormi alle produzioni agricole, ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico, con la perdita di biodiversità sia animale sia vegetale. In campagna, da ponente a levante, è un continuo susseguirsi di segnalazioni, partendo dalle colture che vengono completamente distrutte dal passaggio degli animali, mentre appezzamenti di terreno vengono scavati e solcati in modo irrimediabile, muretti a secco danneggiati e in alcuni casi rasi al suolo, boschi devastati, strade consortili e mulattiere rese impercorribili, pericolo di spiacevoli incontri nei giardini pubblici, sui sentieri dell’entroterra e sulle strade carrozzabili. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. A tutto ciò si sommano poi i numerosi incidenti che continuano a susseguirsi sulle nostre strade per la colluttazione con uno o più esemplari. Non è più solo una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Serve un piano straordinario concertato tra Ministeri e Regioni, Province e Comuni per uscire da questa situazione di emergenza una volta per tutte».
Coldiretti chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinché gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.
«La proliferazione degli ungulati – spiega il vice presidente e assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Alessandro Piana presente alla manifestazione – è un fenomeno nazionale di lungo periodo, frutto dell’abbandono progressivo degli areali agricoli meno produttivi, che si sono trasformati in boschi o macchia mediterranea, creando così le condizioni ottimali per la diffusione dei cinghiali. Nel prossimo piano di sviluppo rurale come Regione Liguria destineremo sempre più risorse a tutela degli agricoltori e degli allevatori contro l’aumento incontrollato della fauna selvatica. Anche nell’ultima Commissione Politiche Agricole si è discusso delle stesse problematiche in merito al sit-in odierno ipotizzando una strategia nazionale da perfezionare insieme ai Ministeri per arginare i problemi di incolumità pubblica, oltre a tutelare il lavoro di agricoltori e allevatori. Nella predisposizione del prossimo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) la Regione Liguria cercherà di destinare sempre più risorse per recinzioni, dissuasori e prevenzione».