Indicatori ancora in calo in Liguria secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 26 maggio – 1 giugno. I casi attualmente positivi per 100 mila abitanti sono 68. La variazione percentuale dei nuovi casi è -23,8%. Ormai lontani dalla criticità i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19 (13%) e di quelli in area medica (7%).
Da 11 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno». Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni, ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto.
Tuttavia in questa fase di diminuita circolazione del virus e allentamento della pressione sugli ospedali si rilevano due criticità: da un lato la riduzione dell’attività di testing che attesta la rinuncia al tracciamento dei casi, con la Liguria, per esempio, sotto la media nazionale: 114 per 100 mila abitanti, dall’altro una rilevante eterogeneità regionale nell’attività di sequenziamento.
«Purtroppo – spiega Cartabellotta – i criteri per conquistare e mantenere la zona bianca, introdotti con il Dl del 18 maggio 2021 n. 65, disincentivano le Regioni a potenziare le attività di testing e a riprendere il tracciamento, proprio nel momento in cui i numeri del contagio permetterebbero di utilizzare un’arma mai adeguatamente utilizzata».
L’altra problematica è il sequenziamento. Nel bollettino Prevalenza e distribuzione delle varianti del virus SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riporta che nel periodo 28 dicembre 2020-19 maggio 2021 è stato sequenziato l’1,11% (n. 23.170) dei casi positivi. Da febbraio 2021 vengono sequenziati oltre 1.000 casi settimanali, in linea con gli standard dell’European Centre for Disease and Control, seppure con performance regionali molto eterogenee: dal 6,05% dell’Abruzzo allo 0,09% del Piemonte. «Un’insufficiente attività di sequenziamento – precisa Cartabellotta – non consente di identificare le varianti più contagiose se non dopo l’aumento dei casi, né di adeguare le strategie vaccinali se necessario. Ad esempio sulla variante delta (indiana) più contagiosa del 20-60%, l’efficacia di una sola dose di vaccino sulla malattia sintomatica si attesta intorno al 33% sia per il vaccino Pfizer che AstraZeneca, mentre dopo il ciclo completo sale rispettivamente all’88% e al 60%».
Andando a vedere la copertura delle categorie prioritarie la Liguria risale nella classifica delle vaccinazioni agli over 80, avvicinandosi all’80% di popolazione con ciclo completo e l’11% con la prima dose ricevuta.
Ancora indietro nella fascia 70-79 anni con il 46% di persone che hanno completato il ciclo (secondo dato dopo la Valle d’Aosta) e il 34,2% che ha ricevuto la prima dose.
Per quanto riguarda la popolazione 60-69 anni in Liguria il 21,3% ha completato il ciclo, mentre il 48,2% ha ricevuto la prima dose.
«Il netto miglioramento del quadro pandemico – spiega Cartabellotta – se da un lato attesta il successo del “rischio ragionato”, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture». In questa direzione vanno le proposte della Fondazione Gimbe:
- Apportare al nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni i necessari correttivi (esempio standard di tamponi per 100 mila abitanti) per incentivare il testing e riprendere il tracciamento, senza timore di non conquistare o di perdere la zona bianca.
- Definire una modalità univoca per identificare tempestivamente ed arginare eventuali focolai.
- Potenziare il sequenziamento delle varianti, in particolare in alcune Regioni, e in caso di diffusione della variante indiana somministrare la seconda dose ad anziani e fragili secondo l’intervallo ottimale delle sperimentazioni cliniche.
- Attuare nuove strategie per vaccinare gli oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura e ad alto rischio di ospedalizzazione: per esempio chiamata attiva, open day dedicati, comunicazione istituzionale dedicata.