In un contesto socio-economico di forte complessità e discontinuità, Banca Carige ha avviato il progetto “Futuro Liguria” con l’obiettivo di innalzare la competitività delle aziende e di riflesso rinforzare in modo strutturale la crescita dell’intero tessuto economico del territorio in cui la Banca vive e opera.
Il “Libro Azzurro”, realizzato con il supporto di Cerved, è il primo pilastro di questo progetto e fornisce una diagnosi della situazione, delle esigenze non strettamente finanziarie e delle prospettive delle imprese della regione.
Lo studio nasce con il coinvolgimento di circa milleduecento imprenditori liguri rappresentanti di altrettante aziende che costituiscono un campione del tutto sovrapponibile all’intero sistema delle imprese della regione, in cui il Gruppo detiene la leadership di mercato, a cui i gestori del Gruppo hanno sottoposto un questionario per censire in maniera accurata le esigenze immediate e prospettiche.
A partire da questo ascolto, Banca Carige intende mettersi al servizio delle aziende clienti pianificando una serie di risposte concrete e rapide, attraverso partnership mirate con operatori specializzati in: – Scouting delle opportunità di mercato – Trasformazione digitale – Transizione ecologica e sostenibilità ESG – Sviluppo e innesto di nuove competenze manageriali – Internazionalizzazione lavorando a stretto contatto con le istituzioni e le imprese per calare sul tessuto economico gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e accelerare la revisione dei processi produttivi.
Il censimento dei bisogni non finanziari delle imprese non è peraltro finalizzato soltanto allo studio che è alla base del progetto, ma rappresenta anche una modifica strutturale dell’approccio di Carige alle imprese che, da questo momento, verranno classificate non soltanto in base ai consueti parametri di bilancio e settore economico, ma anche rispetto alla loro propensione a investire sui fattori che determinano competitività sostenibile, alimentando nel continuo un data base che indirizza le stesse scelte della Banca.
Una classificazione quindi che recepisce tanto il passato quanto il futuro che ogni impresa intende realizzare.
Spiega Francesco Guido, amministratore delegato del Gruppo Carige: «Nonostante le difficoltà affrontate negli ultimi dieci anni, il tessuto economico e imprenditoriale ligure emerge come una realtà resiliente e pronta ad affrontare le sfide che la più grande rivoluzione economica e sociale dal secondo dopoguerra ci porrà. Cogliere le opportunità di rinnovamento e rilancio sarà una priorità a cui le imprese dovranno rispondere con tempestività e rinnovato vigore e la Banca sarà pronta ad accompagnarle in questo percorso come partner di crescita e sviluppo. Carige, grazie a un nuovo approccio alla conoscenza del cliente che non passa solo per una raccolta di mere informazioni finanziarie, ma anche e soprattutto per l’approfondimento delle esigenze, delle necessità e dei traguardi delle imprese, ha come obiettivo ultimo del suo operare la trasformazione delle idee in progetti concreti a beneficio della collettività: una presa di responsabilità di tutto il sistema economico ligure, di cui Carige è parte integrante, in grado di ispirare un cambiamento di tale portata da garantire al Territorio, e alle sue persone, un futuro sostenibile e prospero».
La ricerca completa, denominata “Libro Azzurro”, verrà prossimamente pubblicata e annunciata, così come i periodici aggiornamenti del progetto “Futuro Liguria – Le sfide per la crescita delle imprese liguri”.
Dall’analisi generale condotta da Cerved sui dati dei bilanci delle oltre 3 mila imprese liguri che rientrano nella definizione europea di pmi, emerge come la pandemia nel 2020 abbia colpito un sistema di imprese da oltre un decennio in stagnazione, su livelli anche più accentuati della media italiana: i dati evidenziano come il sistema Liguria stia ancora stentando a riprendersi dalla doppia recessione che ha colpito l’economia italiana nel 2008-09 e nel 2011-12. A fronte di ricavi che non sono ancora tornati ai livelli del 2007, le pmi liguri hanno perso più del 40% della propria redditività lorda – che è rimasta stagnante anche negli ultimi anni, quando le pmi, a livello di sistema Italia, hanno invece iniziato un lento e parziale recupero dei margini. Tuttavia, le difficoltà sul fronte del conto economico sono coincise con un deciso rafforzamento della solidità finanziaria e patrimoniale delle pmi che hanno saputo resistere alla crisi, poiché è stata intrapresa una lunga fase di deleveraging, con iniezione di patrimoni propri in sostituzione del debito bancario, ed è stato possibile beneficiare dei bassi tassi di interesse.
Ad affrontare l’impatto importante della pandemia è arrivato quindi, a fine 2019, un sistema di imprese ridotto nel numero, ma decisamente resiliente, con una la leva finanziaria dimezzata e con fondamentali più solidi. La pandemia e le restrizioni alla circolazione hanno colpito i principali settori rappresentativi dell’economia ligure in maniera asimmetrica, con maggiore impatto sulla filiera turistica e minore sul settore energy; l’economia del mare si è mostrata nel complesso meno vulnerabile ma i comparti in essa ricompresi hanno reagito in maniera disomogenea.
Questi presupposti pongono le basi per la necessità di un rilancio delle imprese mettendole in condizione di cogliere le opportunità che le risorse dell’Unione Europea e le iniziative delle Istituzioni Nazionali metteranno a disposizione attraverso il PNRR, vero e proprio volano di cambiamento competitivo. In questo contesto si inserisce il “Libro Azzurro”, l’iniziativa della Banca che, tramite un’indagine condotta in collaborazione con circa milleduecento clienti, ha effettuato uno screening dei bisogni e delle azioni strategiche da pianificare per far fronte alle esigenze delle aziende.
Per il 2021 il 75% delle imprese intervistate si aspetta ricavi stabili (33%) o in crescita (42%) sostenuti anche da un rilancio delle attività con l’estero dove il 35% del panel di aziende con una vocazione del business internazionale vede una ripresa dell’attività. Il cauto ottimismo non sembra però sufficiente per un rilancio degli investimenti: le società liguri cercano risposte immediate, che consentano di mettere in sicurezza il proprio business, di contenere i costi e di accrescere i ricavi. Tra le strategie più rilevanti, le imprese indicano lo studio del mercato (66%), la comprensione dell’evoluzione del business (64%), la formazione e lo sviluppo delle competenze (64%), l’utilizzo delle tecnologie digitali (63%) e, la sostenibilità sociale e ambientale (56%). Rispetto a queste strategie, emergono anche esigenze di breve termine come l’analisi del prodotto e del settore, la ricerca di nuovi mercati di sbocco, l’utilizzo delle tecnologie digitali per le vendite rispetto a progetti più radicali, come l’utilizzo di big data, la collaborazione con l’Università e la ricerca, la selezione di nuovi manager. Il rilancio del sistema ligure richiede un approccio di più ampio respiro e il PNRR mette in campo risorse senza precedenti per finanziare interventi su vasta scala, che puntano alla doppia transizione, digitale e ambientale, per rilanciare la produttività e l’occupazione.
Per rendere concreto questo potenziale sarà necessaria un’azione di accompagnamento e supporto di queste misure a livello regionale, non solo da parte delle istituzioni, ma anche dei grandi operatori economici che svolgono un ruolo di sistema come Carige. Un tema cruciale e trasversale per supportare non solo la transizione digitale e ambientale, ma anche il processo di ristrutturazione che interesserà l’economia ligure è quello delle competenze. Dotare le imprese di professionisti dell’economia digitale e della sostenibilità richiede di intervenire sulla formazione, così come accompagnare i lavoratori da attività che verranno abbandonate verso quelle in espansione richiede corsi per la ricollocazione professionale. L’indagine svolta con i clienti conferma una volta di più come la Banca sia un importante punto di riferimento, con un ruolo che non si limita a quello di mero finanziatore, ma che viene percepito anche come un partner: quasi l’80% dei clienti riterrebbe utile un supporto attivo da parte di Carige, al di là dello storico ruolo di finanziatore. Questa percezione pone la Banca come un soggetto chiave non solo per rispondere alle esigenze più urgenti delle imprese, ma anche per calare sul mondo delle imprese gli ambiziosi piani del PNRR e di Carige.