Chiusura in netto calo per le borse europee, che temono un esplodere dell’inflazione e attendono indicazioni sull’orientamento della banca centrale Usa, che fino a ora comunque ha sempre parlato di rialzo transitorio dell’indice dei prezzi al consumo, senza mettere in discussione la propria politica espansiva. Cala la fiducia nelle criptovalute dopo che tre associazioni finanziarie cinesi hanno invitato le istituzioni finanziarie a non utilizzarle per le loro transazioni, perché non sono vere valute. Ed è in decisa flessione il prezzo del greggio: il contratto consegna luglio sul Brent del Mare del Nord perde il 4,05% a 65,93 dollari al barile e quello consegna giugno sul Wti il 4,41% a 62,6 dollari al barile. A svalutare il greggio è la notizia che sarebbe vicino un accordo sul nucleare iraniano, che potrebbe portare a un allentamento delle sanzioni contro Teheran e a un aumento delle esportazioni di petrolio iraniano, creando un eccesso di offerta in un momento in cui i Paesi dell’Opec+ stanno aumentando la produzione.
Francoforte segna -1,77%, Parigi -1,45%, Londra -1,19%. Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Mib -1,58%, Ftse Italia Share -1,49%, Ftse Aim Italia -0,48%. Lo spread Btp/Bund continua l’ampliamento in atto da diversi giorni, oggi si è attestato su 118 punti (variazione +2,10%, rendimento Btp 10 anni +1,06%, rendimento Bund 10 anni -0,11%)
A Piazza Affari, deboli gli industriali con Cnh Industrial (-5,35%) e Stellantis (-2,4%), i petroliferi: Tenaris -2,74%, Eni -2,28% e Saipem -1,67%.
Sul fronte dei cambi, l’euro vale 1,2219 dollari (1,224 in avvio e 1,2214 ieri in chiusura) e 132,8265 yen (133,38 e 133), con il dollaro a 108,701 yen (108,9 in avvio e ieri in chiusura).