Il 35,6% delle imprese liguri ha intenzione di utilizzare i finanziamenti europei e i fondi comunitari. Oltre un’impresa su tre, in linea con la media nazionale, ma per avvalersi di queste risorse, le richieste sono una netta semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica e assistenza tecnica.
A mostrarlo è l’indagine effettuata da SiCamera e InfoCamere su oltre 32 mila imprese italiane nell’ambito del progetto Sisprint (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali), condotto da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione territoriale e finanziato dal Pon Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
La pandemia e la discussione intorno alle nuove risorse europee potrebbe essere all’origine della rinnovata attenzione delle imprese italiane all’utilizzo dei finanziamenti della Ue.
Ma per affrontare la scrittura e la presentazione delle domande, una impresa su due lamenta la difficoltà di adempiere alle richieste, oltre un quarto sottolinea l’eccessiva distanza di tempo tra richieste e assistenza e la modesta rispondenza degli strumenti alle esigenze delle imprese. Quote minori di imprese indicano, tra le criticità, soprattutto il fatto che i settori dei bandi non sono attinenti alle attività dell’impresa (17,8%), la contenuta assistenza da parte delle amministrazioni responsabili dei bandi (14%), le dimensioni imprenditoriali troppo limitate (13,6%), la scarsa chiarezza degli istituti di credito (13,2%) e le difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e/o fidejussioni (10,9%).
Per ovviare a queste problematiche, per oltre la metà delle imprese intervistate sarebbe indispensabile una semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica (33,9%), l’assistenza tecnica per l’accesso ai bandi e in itinere (19,9%), una documentazione amministrativa standard (13,6%), una comunicazione maggiormente mirata a target specifici (13%), un’informazione più approfondita sulla tempistica di avvio dei bandi (12,6%) e tempi certi per la pubblicazione degli avvisi, la valutazione del progetto e i pagamenti (8,5%).
I settori
La salute e il benessere sono considerati dalle imprese, a prescindere dalla crisi epidemiologica, i settori fondamentali sui quali concentrare le risorse comunitarie (li indicano il 43,8% degli intervistati), in quanto precondizioni essenziali dello sviluppo.
Tra gli altri ambiti di intervento segnalati dagli imprenditori, figurano le politiche del lavoro (32,3%), l’istruzione di qualità (31,2%), le azioni dirette alla riduzione della povertà (24,4%), il maggior utilizzo delle fonti rinnovabili (13,9%), la dotazione infrastrutturale del territorio (13,6%), la ricerca e l’innovazione tecnologica (10,4%), la giustizia (riduzione dei tempi: 10,2%), una maggiore sicurezza e legalità (9,9%) e il tema della mobilità e dei trasporti (8,7%).
Alla sfida del nuovo settennato di programmazione comunitaria, comunque, le imprese italiane si presentano relativamente preparate. L’indagine effettuata nell’ambito di Sisprint mostra che il 24,6% delle imprese è a conoscenza della politica di coesione territoriale dell’Unione europea.