Carige ha realizzato perdite nette per 251,6 milioni di euro nell’esercizio 2021, il risultato definitivo è superiore ai -185,3 milioni dei dati preliminari diffusi a fine febbraio. Lo comunica una nota della banca dove si annuncia che il consiglio di amministrazione di Banca Carige ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio della banca e il bilancio consolidato del gruppo Carige al 31 dicembre 2020 e la relazione annuale sul governo societario e gli assetti proprietari relativa all’esercizio 2020.
Confermato il risultato ante imposte, in rosso per 161,1 milioni, il cda ha valutato in 66,3 milioni di euro le imposte differite non ascrivibili in bilanci, a seguito della valutazione sulle probabilita’ di recupero nel tempo delle attivita’ fiscali differite (DTA – Deferred Tax Assets) e ha così rivisto il risultato netto definitivo.
Al 31 dicembre 2020, a livello consolidato, il complesso delle DTA iscritte a bilancio ammonta quindi a 827 milioni mentre le DTA fuori bilancio salgono a 491 milioni.
Il cda ha deliberato in via meramente prudenziale di sottoporre all’assemblea straordinaria degli azionisti, da tenersi in concomitanza con l’Assemblea ordinaria del 20 aprile 2021 una proposta di riduzione facoltativa del capitale sociale a copertura delle perdite portate a nuovo, previo utilizzo delle riserve disponibili a tal fine. La prospettata riduzione del capitale non ha alcun effetto sui coefficienti di vigilanza della banca.
«In un quadro economico condizionato dalla crisi sanitaria – si legge nella nota – in grado di modificare radicalmente l’evoluzione prevedibile delineata nel Piano Strategico 2019-2023 approvato antecedentemente all’insorgere dell’emergenza, il consiglio di amministrazione ha valutato positivamente i risultati conseguiti dalla banca nel corso dell’esercizio 2020, che confermano il rispetto di tali previsioni a livello di ricavi e di costi (margine di intermediazione e spese amministrative) e registrano il conseguimento di performance superiori all’esercizio precedente e alle medie di sistema nei volumi intermediati e nelle principali voci economiche. La contabilizzazione di maggiori accantonamenti e rettifiche di valore rispetto a quanto previsto è coerente al mutato contesto e in linea all’attenta politica di gestione del rischio».