La Liguria migliora in tutti gli indicatori legati all’epidemia Covid durante la settimana 17-23 febbraio 2021 secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
Si allenta la pressione sugli ospedali, ma migliorano anche i casi testati per 100 mila abitanti (1.161), i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti (319) e l’incremento percentuale dei casi (-2,6%).
La regione è in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo in Italia: «Dopo 4 settimane di stabilità nel numero dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si rileva un’inversione di tendenza con un incremento che sfiora il 10%, segno della rapida diffusione di varianti più contagiose».
La progressiva diffusione della variante inglese sta determinando impennate di casi che richiedono un attento monitoraggio per identificare tempestivamente Comuni o Province dove attuare le zone rosse.
«Secondo le nostre analisi – spiega il presidente – l’incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente è l’indicatore più sensibile per identificare le numerose spie rosse che si accendono nelle diverse Regioni».
«Per evitare lockdown più estesi – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – bisogna introdurre tempestivamente restrizioni rigorose nelle aree dove si verificano impennate repentine. Temporeggiare in attesa dei risultati del sequenziamento o di un consistente incremento dei nuovi casi è molto rischioso perchè la situazione rischia di sfuggire di mano».
Vaccinazioni
La continua revisione al ribasso, documentata dai quattro aggiornamenti ufficiali delle forniture attese, in soli due mesi ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021 che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni a livello nazionale.
«Una riduzione di tale entità – commenta Cartabellotta – se da un lato è imputabile ai ritardi di produzione e consegna da parte delle aziende, dall’altro risente di irrealistiche stime di approvvigionamento del Piano vaccinale originale».
Inoltre, delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.01) ne sono state consegnate alle Regioni solo un terzo: per rispettare le scadenze nelle prossime cinque settimane dovranno essere consegnate in media 2,3 milioni di dosi/settimana.
Nelle ultime due settimane preoccupante frenata anche sul fronte delle somministrazioni, per difficoltà organizzative legate all’avvio della vaccinazione di massa.
In Liguria solo il 2,32% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Un dato che supera di poco la media nazionale (2,25%).
Per quanto riguarda gli over 80, considerando che in Liguria sono circa 160 mila, la questione è più complessa rispetto ad altre regioni. In ogni caso solo il 2,5% per ora ha ricevuto il ciclo completo. Poco più del 10% invece solo la prima dose.
«Per uscire dalla pandemia – dichiara Cartabellotta – è necessario un netto cambio di passo del governo Draghi. Innanzitutto, incrementare le forniture lavorando ad accordi vincolanti tra Europa e aziende produttrici ed eventuale produzione conto terzi in Italia, oltre ad accelerare le somministrazioni attraverso uno stretto monitoraggio regionale per identificare eventuali criticità. In secondo luogo, le Regioni devono applicare con massima tempestività e rigore le zone rosse locali per evitare lockdown più estesi e arginare gli effetti della terza ondata. Infine, governo e Regioni devono concertare una programmazione di riaperture a medio-lungo periodo, condividendo con la popolazione obiettivi realistici per un graduale ritorno alla normalità, evitando di fissare scadenze illusorie, perché l’agenda del Paese è ancora dettata dal virus».