Le grandi opere infrastrutturali, in via di realizzazione o programmate, la diffusione dello smart working e le opportunità di sviluppo offerte dalla “silver economy” insieme ai tradizionali vantaggi competitivi come il clima mite e il mare, stanno rendendo Genova sempre più attrattiva per il mercato immobiliare. È quanto risulta dalle valutazioni di Enrico Cestari, responsabile di Gabetti Home Value (divisione cantieristica del gruppo Gabetti) e Cristiano Tommasini, Relationship manager Liguria Gruppo Gabetti, intervistati da Liguria Business Journal.

«La città di Genova – spiega Cestari – è soggetta a un programma di investimenti a livello infrastrutturale di ampio respiro, che è la condizione necessaria ed essenziale per il rilancio del tessuto sociale ed economico locale in un’ottica di lungo periodo. Tra questi, si possono citare in primis il collegamento ferroviario veloce con Milano (si stima che il completamento del terzo valico fino a Tortona sia previsto entro il 2023) e il programma straordinario predisposto dall’Autorità di Sistema Portuale. Nello specifico, quest’ultimo ha lo scopo di accelerare l’esecuzione degli interventi per l’accessibilità̀ del porto, dell’aeroporto e dell’area portuale industriale di Genova Sestri Ponente per l’integrazione tra porto e città».
Quali saranno gli effetti di questo programma?
«Questo consentirà di generare molteplici effetti positivi, dal miglioramento delle condizioni di vivibilità del contesto urbano per i cittadini, alla crescita del turismo, veicolata dal potenziamento dei trasporti, che fa prevedere rilevanti ripercussioni sia sull’indotto locale sia sul sistema residenziale, a cui si aggiunge una grande opportunità per investitori su molti settori, ma anche un grande impatto sul mondo del lavoro che vedrà crescere le opportunità e il benessere generale della collettività».
E per quanto riguarda il settore immobiliare?
«Il settore immobiliare trae linfa positiva da questo contesto e contribuisce anch’esso in questo processo di sviluppo virtuoso. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, il trend del settore residenziale riferito al numero di transazioni normalizzate (NTN) nel corso degli ultimi 3 anni, al netto del 2020 che fa storia a sé, risulta positivo (6.860 nel 2017, 7.130 nel 2018 e 7.396 nel 2019). Analizzando più nel dettaglio le classi dimensionali delle unità residenziali transate nel 2019, si nota come quasi la metà degli immobili compravenduti a Genova, nello specifico il 39,5%, sia di taglio compreso tra i 50 e gli 85 mq, seguito da un 33,2% tra gli 85 e i 115 mq ( elaborazioni Ufficio Studi Gabetti su dati Agenzia delle Entrate). Se a tale contesto, si aggiunge da un lato una sempre maggiore propensione allo smart working, aspetto ovviamente legato alla pandemia attualmente in atto ma che inevitabilmente condizionerà le nostre abitudini anche quando l’emergenza sarà terminata, e dall’altro il fatto che Genova risulta essere la capitale della silver economy nei prossimi anni come evidenziato durante il Silver Economy Forum 2019, il combinato disposto tra tutti questi fattori crea le condizioni per rendere la città un luogo fortemente attrattivo per il mercato immobiliare».

Secondo Tommasini, «Stiamo riscontrando una grande attenzione alla città di Genova da parte di operatori del settore che non vedevamo da tempo e la città prolifera di cantieri che evidenziano gli avanzamenti di progetti di riqualificazione importanti, tante volte discussi nel passato e che finalmente stanno prendendo forma. Genova è una città meravigliosa, con un’ottima qualità della vita, tanto che nel 2020 ha guadagnato ben 26 posizioni (indagine del Sole 24 Ore Qualità della vita 2020). Cosa mancano? I collegamenti nell’ambito dei trasporti che stanno finalmente arrivando e che favoriranno l’aumentare della popolazione, invogliando sicuramente le aziende a investire, vivacizzando a sua volta il mercato immobiliare».
Quali sono i problemi?
«Genova è una città che dal 2013 ha sempre perso terreno sui valori immobiliari al mq, ma resta tra i capoluoghi col maggior numero di compravendite. I problemi sono un’offerta smisurata a fronte di una popolazione tutto sommato esigua, un’alta percentuale di abitazioni vetuste e il fatto che Genova sia la città con il maggio numero di alloggi in categoria catastale A1 (di lusso) senza averne i requisiti e questo comporta spese di gestione maggiori».
Che cosa prevedete per il futuro?
«Siamo comunque certi che si potrà arrivare gradualmente a un aumento dei valori al mq, a condizione che si vada di più incontro alle nuove esigenze che le persone hanno manifestato negli ultimi tempi e cioè alloggi di nuova concezione, con nuovi impianti ecologicamente sostenibili, utilizzo di domotica, spazi esterni, box e posti auto. Grazie al collegamento ferroviario veloce con Milano, ormai non lontanissimo, e al riassetto del nodo ferroviario genovese, Genova diventerà una sorta di satellite naturale di Milano, ritornando a occupare il ruolo che aveva al tempo del Triangolo Industriale. Ecco che allora le caratteristiche uniche che ha la città, il clima temperato, il mare, la qualità della vita, potranno fare la differenza nella scelta del posto in cui vivere, soprattutto in un’epoca dove ormai lo smart working consente di lavorare in qualsiasi posto».