Entro gennaio o febbraio “Vinacci think tank” da think tank si trasformerà in associazione, si doterà di un board, di un comitato scientifico e di un comitato di indirizzo, nel corso della primavera perderà anche il nome Vinacci per assumere una connotazione più ampia ed estenderà la sua rappresentanza territoriale. Dal Blue District genovese, nei Magazzzini dell’Abbondanza in via del Molo, il nuovo organismo guarderà a tutta Italia. Lo annuncia Giancarlo Vinacci, l’ex assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova che ha fondato il think tank nel 2018 con lo scopo di approfondire idee e valutare progetti, per lo più di natura economico/sociale e con forte attenzione all’impatto ambientale, renderli sostenibili e sottoporli alla pubblica amministrazione per la messa in opera.
Il think tank destinato a diventare associazione nazionale era nato aggregando intellettuali, imprenditori, uomini della finanza, delle istituzioni e delle alte direzioni in genere, di gruppi, imprese nazionali e multinazionali, e prendendo spunto da eventi ideati e/o implementati dal fondatore: Blue Economy Summit, Silver Economy Forum, Stati Generali dell’Economia, Shipping Week, Smart Week.
In pratica, spiega Vinacci, «i temi affrontati e supportati sono quelli legati alla ripresa economica, allo sviluppo e al rafforzamento delle eccellenza territoriali italiane oltre a tutti gli aspetti e le iniziative indirizzate al miglioramento climatico, al rispetto dell’ambiente mediante la promulgazione sociale dei benefici indotti dall’economia circolare sul risparmio energetico, il riciclo dei materiali e la riduzione degli scarti di produzione. Ora si stanno raccogliendo informazioni e si sta analizzando l’impatto Covid sul mercato immobiliare e l’opportunità per l’ecosostenibilità delle nostre infrastrutture finanziabili dal Green Deal. Stiamo inoltre definendo il Progetto “Open Innovation Center Network” che tende a valorizzare le eccellenze e le peculiarità dei territori italiani insediando strutture specialistiche, gli Oic (Open innovation center), a supporto di imprenditori e studenti che vogliano avviare o implementare un’attività. Particolare attenzione viene riservata all’Open Innovation come modello evolutivo dei prossimi anni».
Che cosa è l’Open Innovation? Il concetto viene illustrato in un best seller del settore economico-finanziario, “Open innovation. Oltre la crisi: una casa comune per la nuova economia” di Leonardo Valle (Editore: DFG Lab) per il quale Vinacci ha scritto la prefazione.
«L’Open innovation, di cui oggi si fa un gran parlare ma che in pochi sono in grado di definire visto che il processo è in corso – si legge nella prefazione – altro non è se non una nuova filosofia in cui l’approccio strategico e culturale è molto distante dalla cosiddetta Closed innovation, dove le attività di ricerca e sviluppo erano confinate all’interno del perimetro aziendale e le idee da trasformare in nuovi prodotti e servizi erano tutelate da meccanismi di protezione come brevetti e segreti industriali. Il nuovo approccio strategico e culturale introduce invece un concetto di apertura che comprende sia idee e risorse interne sia soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, da tutte le realtà innovative. L’occasione è particolarmente ghiotta per un paese come il nostro, albergato da piccole aziende e grande inventiva; il talento sarà alla base dello sviluppo e della crescita e le infrastrutture più moderne, quelle digitali, consentiranno a chiunque la divulgazione del proprio sapere a livello globale. L’occasione è da non perdere anche perché il nostro tessuto imprenditoriale, spesso fatto di piccole eccellenze, ha bisogno di rafforzarsi consorziandosi in aggregazioni complementari per affrontare una sfida che l’Europa ha già lanciato. A disposizione ci sono ingenti fondi per chi saprà mettere ben in luce il proprio potenziale. E l’Italia, almeno sotto l’aspetto del talento, non è seconda a nessuno».
Non che i brevetti siano diventati improvvisamente inutili. «Ovviamente no – precisa Vinacci – ma in molti casi i loro benefici non sono più duraturi come un tempo, oggi tutto il mondo è in pista e tutto si evolve velocemente, la strategia vincente è quella dell’apertura, dello scambio di idee e soluzioni innovative».