Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa chiedono sicurezza, assunzioni e contratti per il personale sanitario: con queste motivazioni venerdì 13 novembre a partire dalle ore 10 fino alle ore 12 i lavoratori pubblici opereranno presìdi di protesta “in forma statica“ nel pieno rispetto del Dpcm 3 novembre davanti alle direzioni delle Asl della Liguria.
I sindacati rivendicano la sicurezza dei lavoratori impegnati nel fronteggiare l’emergenza pandemica, il necessario incremento dei fondi contrattuali aziendali che permetta il giusto riconoscimento agli operatori dello straordinario effettuato e delle indennità, un piano straordinario di assunzioni che deve prevedere, tra le altre cose, la stabilizzazione del personale e la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in essere e il rinnovo dei contratti nazionali ormai scaduti.
L’iniziativa segue lo stato di agitazione già proclamato dalle federazioni nazionali lo scorso 19 ottobre. In questa fase di mobilitazione per rivendicare innovazione nella pubblica amministrazione, rinnovo dei contratti e nuove assunzioni, “le lavoratrici e i lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità a tutto il personale sanitario – spiegano in una nota le categorie dei servizi pubblici di Cgiln Cisl e Uil della Liguria – non è assolutamente accettabile, in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, che i lavoratori debbano operare in condizioni di scarsa sicurezza. Dobbiamo riuscire ad assicurare loro costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria”.
Da tempo i sindacati chiedono il rispetto dei protocolli e l’istituzione di tavoli permanenti di confronto sulla sicurezza nelle aziende e negli enti pubblici. “Temiamo che a qualcuno sfugga che se non mettiamo in sicurezza proprio quei lavoratori che costituiscono la prima linea utile a contrastare la diffusione del Covid, presto i cittadini saranno privati dei professionisti necessari a garantire l’erogazione dei servizi sanitari. È un discorso che vale per tutti, ma a maggior ragione per coloro che sono quotidianamente in contatto con persone positive al virus”.
Molti di questi operatori sanitari e sociosanitari hanno abbondantemente superato le 250 ore di straordinario: va garantito loro il pagamento di quanto lavorato, occorre rivedere l’insieme delle indennità per adeguarle a cifre più consone e realistiche superando il tetto di spesa imposto alla contrattazione integrativa dall’attuale normativa.
L’aspetto principale, comunque, è sempre quello: premere acceleratore sulle assunzioni. I luoghi di lavoro si stanno svuotando, l’età media aumenta progressivamente e un numero considerevole di lavoratori sono prossimi all’uscita tra quota 100 e pensionamenti dovuti al raggiungimento dell’età.
“Occorre immettere stabilmente nel sistema sanitario forze nuove: stiamo già perdendo il passaggio delle competenze e il rischio è quello di disperdere unpatrimonio di conoscenze di enorme valore. Come primo passo indispensabile e urgente – proseguono – bisogna procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari anche attraverso la stabilizzazione dei precari e il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato. Da anni questi lavoratori assicurano il corretto funzionamento di interi settori della pubblica amministrazione”.
La mobilitazione collettiva dei lavoratori è anche contro chi nega l‘esistenza del virus, dell‘emergenza epidemiologica e del rischio che sta correndo tutto il personale medico e sanitario.