Sviluppare processi antibatterici “green” attraverso l’utilizzo di estratti vegetali con attività antibatterica: è l’obiettivo dell’innovativo progetto per la sanificazione delle superfici in ambito ospedaliero a cui partecipano l’ospedale Galliera, con l’Unità di Igiene ospedaliera, e diversi dipartimenti dell’Università degli Studi di Genova (Scuola Politecnica, Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche e Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali).
Il progetto, finanziato dalla Compagnia San Paolo con 168 mila euro, è “Sviluppo di nanoformulazioni antimicrobiche “green” nei confronti della contaminazione delle superfici per prevenire e controllare la diffusione delle infezioni associate all’assistenza”. Riguarda lo studio e la realizzazione di molecole innovative per la disinfezione degli ambienti delle strutture sanitarie, per prevenire la diffusione delle infezioni correlate all’assistenza.
«Siamo convinti − dice Maria Luisa Cristina, responsabile del progetto e del’Unità di Igiene ospedaliera E.O. Ospedali Galliera − che, grazie alla messa a punto di nuove strategie per la disinfezione degli ambienti delle strutture sanitarie, tra le quali ci auguriamo possa rientrare anche il prodotto della nostra ricerca, si possa contribuire significativamente a limitare la trasmissione delle infezioni correlate all’assistenza, ridurre i decessi e ridurre i costi sanitari. Le ricadute per la comunità e in particolare per la nostra regione potrebbero essere importanti. Come sappiamo la Liguria è la regione con la più alta percentuale di anziani (28,4% oltre i 65 anni) e quella con l’età media più alta (48,3 anni). La gestione delle infezioni nei pazienti geriatrici è particolarmente complessa a causa delle frequenti comorbilità, della polifarmacoterapia, delle disabilità e delle limitazioni funzionali. L’anziano è considerato un paziente fragile e ciò spiega l’elevata suscettibilità alle infezioni; sappiamo da molteplici studi che l’età rimane un importante fattore di rischio soprattutto in relazione ai microrganismi antibiotico resistenti, indipendentemente da altri fattori».
La bibliografia scientifica ha evidenziato che l’ambiente delle strutture sanitarie e i dispositivi multiuso sono frequentemente contaminati da microrganismi patogeni e opportunisti (provenienti principalmente dai pazienti), spesso resistenti agli antibiotici. In particolare, le superfici che vengono frequentemente toccate dalle mani dei
pazienti e degli operatori sanitari (dette superfici “high touch”), funzionano come serbatoi di microrganismi per la diffusione di infezioni associate all’assistenza sanitaria. I batteri sono in grado di formare una pellicola, detta biofilm, nella quale si moltiplicano e condividono i geni che consentono loro di resistere agli antibiotici e di sopravvivere per lunghi periodi anche all’azione di diversi disinfettanti, diminuendo o in alcuni casi vanificandone l’efficacia.
La ricerca si propone di sviluppare formulazioni multitargeting e nanoingegnerizzate con attività antibiofilm e antibatterica “green”. L’approccio proposto si basa sull’azione combinata di un pool di enzimi aventi attività degradativa nei confronti dei biofilm prodotti dai microrganismi e di estratti vegetali aventi attività antibatterica. I componenti bioattivi, enzimi e molecole organiche naturali, specificamente selezionati per l’agente patogeno da trattare, saranno coniugati a nanoparticelle polimeriche biocompatibili e biodegradabili al fine di conferire loro stabilità e di aumentarne la biodisponibilità.