“Liguria verso la fase 2: oggi lavoreremo con la nostra task force per stabilire regole e tempi certi per la ripartenza, che gradualmente inizierà già dalla prossima settimana. Vogliamo che possano riaprire in totale sicurezza non solo le imprese ma tutto il tessuto economico, dall’edilizia alla nautica fino ad arrivare alla ristorazione, almeno da asporto”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Più libertà – aggiunge Toti – anche per chi continuerà a stare a casa: via alla corsa e alla bicicletta, alle attività ludiche come la pesca, alle passeggiate all’aria aperta, per dare un po’ di sollievo anche ai nostri bimbi. Questa è la via ligure per la fase 2: sicurezza e qualità della vita al primo posto, cominciamo a ripartire e lavoriamo per vincere la crisi oltre al virus”.
Il commento della Cgil Liguria per bocca del suo segretario generale Federico Vesigna è duro: «In questa perenne campagna elettorale dove ogni giorno bisogna trovare qualcosa da dire per far parlare di sé, il Presidente Toti ci ripropone la storia di anticipare le scelte del governo sulle riaperture. Siamo tutti d’accordo che la priorità è quella di prepararsi per ripartire, ma dai tavoli in Regione non è emersa alcuna proposta. E invece ci sarebbe molto lavoro da fare, a partire dalla mobilità pubblica: sui mezzi pubblici avremo il distanziamento sociale? Ci saranno autobus per tutti?».
Per Vesigna parlare di riaprire senza discutere di come poter arrivare in sicurezza sul posto di lavoro rischia di essere un inutile e pericoloso esercizio di stile. «Non è facile ripensare gli orari e la vita ai tempi del coronavirus ed è per questo che la Cgil crede sia più importante discutere di come riaprire piuttosto che del quando e di cosa. Non dobbiamo fare nessuna gara a chi apre prima, anzi i dati sui contagi e soprattutto quelli sui decessi non ci autorizzano a fare accelerazioni rispetto al quadro nazionale. Quindi non si capisce questa smania di volere rivendicare una presunta via ligure alla ripartenza. Evidentemente questa cosa che quando c’è di mezzo la salute dei cittadini la regia possa e debba essere nazionale al presidente proprio non va a genio».