«Un’azienda su dieci fallita nel caso in cui l’emergenza Coronavirus non si arrestasse entro l’anno e con misure che di fatto fermano l’economia delle aree più produttive del paese». È l’allarme che emerge dallo studio “Impact of the Coronavirus on the Italian non-financial corporates” di Cerved Rating Agency , quinta agenzia di rating in Europa secondo European Securities and Markets Authority.
«Le conseguenze del contagio si legge nell’analis di Cerved – sono già evidenti: rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate, calo dei margini. Quali effetti possiamo aspettarci ora? Quanto durerà la crisi e come reagirà la nostra economia, già soggetta a stime di crescita molto contenute?»
Cerved ipotizza due scenari, uno soft con tempo di contenimento dell’epidemia da tre a sei mesi (fino a giugno 2020) e uno hard, con tempo di contenimento della pandemia tra sei e 12 mesi (dino al 31 dicembre 2020)
Entrambi gli scenari sono stati applicati al portafoglio di simulazione, costituito da circa 25.000 rating emessi recentemente dalla Cra e sufficientemente rappresentativo del comparto delle aziende italiane, tramite l’adozione di un approccio di natura quali-quantitativa.
Secondo l’agenzia di rating «alle condizioni attuali la probabilità di default (PD) è pari a 4.9%, intesa come valore medio e punto di partenza di applicazione degli scenari. In particolare, nello scenario soft, la PD media stimata nell’intervallo considerato sale a 6.8%, con variazione per settore tra il 2.7% e il 10.6%.
Nello scenario hard, la probabilità di default media stimata nell’intervallo considerato arriva al 10.4%, con variazione per settore tra il 7.5% e il 15.4%. Questo notevole aumento del rischio deriva dalla particolare severità dello scenario, in cui si ipotizza una pandemia con effetti annessi gravi e duraturi.
Ecco il testo Cerved-Rating-Agency-Research-Study-The-impact-of-Coronavirus-on-Italian-non-financial-corporates