Il Comune di Genova propone alle realtà sociali, sanitario e di volontariato di dedicare un anno all’auto mutuo aiuto. Questo uno degli esiti della giornata dedicata a questo metodo che si è svolta a Palazzo Tursi nel salone di rappresentanza in collaborazione con l’Agenzia per la famiglia.
Il progetto giornata dell’auto mutuo aiuto, che vede Genova primo Comune d’Italia a istituire questo evento, vuole essere, secondo i promotori, un momento aggregante, di confronto, conoscenza e fiducia reciproca con occasioni di scambio nazionale e internazionale sull’importanza di “saper fare comunità” oggi. Durante questo primo anno dedicato al metodo dell’auto mutuo aiuto saranno curati e incoraggiati momenti di formazione e conoscenza specifici su tutti i livelli; sarà diffuso materiale audiovideo per informare la cittadinanza su questo metodo e sarà possibile rivolgersi all’Agenzia per la famiglia del Comune di Genova per avere informazioni in merito alle realtà di auto mutuo aiuto presenti nel territorio.
Attualmente nella città di Genova si stimano già attivi più di 100 gruppi, divisi tra le varie realtà, che si riuniscono settimanalmente e che racchiudono un’ampia gamma di situazioni tra cui: problemi alcol-correlati, dipendenze, genitori di adolescenti in difficoltà, elaborazione del lutto, difficoltà nelle relazionali di coppia, problemi di salute e non autosufficienza. Questa realtà inoltre è ulteriormente ampliabile, integrando e interagendo sempre più con i servizi professionali, offrendo così nuove opportunità di incontro e sostegno.
«L’anno dell’auto mutuo aiuto – sostiene Simonetta Saveri, responsabile dell’Agenzia per la famiglia del Comune di Genova – nasce con l’obiettivo di creare una rivoluzione culturale che rimetta al centro le relazioni e l’importanza di fare comunità, contro la solitudine e l’individualismo che rappresentano un reale e diffuso problema per tante famiglie».
«Ritengo importante questa iniziativa promossa dall’Agenzia per la famiglia per un duplice motivo − dichiara Stefano Balleari, vicesindaco di Genova – senz’altro sotto il profilo pratico e cioè la vicinanza nei confronti di chi attraversa un momento difficile della propria vita, ma anche dal punto di vista della costruzione di un senso di comunità che molto spesso è un collante fondamentale anche per chi come noi si trova a gestire la cosa pubblica».
“Tu solo ce la puoi fare, ma non ce la puoi fare da solo”: questo è il principio su cui si fondano i gruppi di auto mutuo aiuto, una realtà che a Genova riunisce ogni anno alcune migliaia di persone.
«Si tratta di una risorsa preziosa per la comunità, di solito assicurata dal volontariato –sottolinea Francesca Fassio, assessore alle Politiche socio-sanitarie del Comune di Genova – un’ottima opportunità di supporto per non sentirsi isolati quando si affrontano momenti difficili della vita».
L’auto mutuo aiuto, attraverso il costante confronto in piccoli gruppi permette di condividere esperienze, difficoltà, situazioni di vita, trasformando i problemi in risorsa. Lo “scambio” interattivo continuo e cooperativo tra chi vive o ha vissuto la stessa situazione di vita diventa così un’occasione di sostegno, crescita e maturazione per tutti.
«Nell’ambito delle “dipendenze” – dichiara Giorgio Schiappacasse, psichiatra,presidente dell’Associazione Lighthouse Genova – le autonome realtà di auto mutuo aiuto hanno dimostrato in questi anni di essere una risorsa fondamentale per costruire un “sistema salute” veramente sostenibile e di qualità. I gruppi migliorano “l’impronta ecologica” dei nostri servizi e dei nostri interventi generando nuove risorse relazionali a chilometro zero. Per questo è importante conoscerle, saper cooperare con loro e svilupparle anche in altri settori».
Presente oggi nel salone di rappresentanza anche la Fondazione Garaventa che, in occasione di questa iniziativa, ha concesso l’installazione a Palazzo Tursi dell’Opera Le Muse “danzando insieme” di Lorenzo Garaventa. L’opera, formata da tre elementi in bronzo, rappresenta il malessere degli uomini, presentati come in gabbie, che può essere vinto solo dal “fare comunità” e dalla condivisione che spezza le grate della solitudine.