«Una situazione insostenibile, una condanna a morte per le piccole realtà imprenditoriali che già stanno perdendo moltissime commesse. Di questo passo le grandi multinazionali asfalteranno del tutto i piccoli artigiani del settore. Il governo e il parlamento non possono rimanere in silenzio di fronte a questa situazione».
È ancora allarme sulla misura del dl Crescita che prevede lo sconto in fattura al posto della detrazione fiscale per i lavori edili relativi a ecobonus e sismabonus. A lanciarlo è Anna Alfano, responsabile regionale di Confartigianato Energia.
Prevista dall’articolo 10 del decreto Crescita, questa possibilità è diventata operativa a tutti gli effetti il 31 luglio 2019, con l’emissione della circolare dell’Agenzia delle Entrate. La misura, che ha sicuramente finalità positive, dà la possibilità ai cittadini che devono svolgere lavori di riqualificazione energetica o antisismici di chiedere uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori, in alternativa alla detrazione fiscale (dal 50% all’85% spalmabile in dieci anni). Sconto che l’impresa può farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione in cinque anni.
«Non è prevista la cessione del credito alle banche o a intermediari finanziari – spiega Alfano – E l’Iva, che deve essere comunque versata, viene calcolata sull’importo complessivo dei lavori. Insomma, una misura senza scappatoie e costruita ad hoc per distruggere chi, come i piccoli artigiani del settore, hanno poca liquidità e non possono permettersi di applicare in fattura uno sconto di queste dimensioni».
«Un meccanismo che vanifica completamente i benefici ottenuti finora dall’ecobonus, mettendo di fatto fuori gioco i nostri artigiani – aggiunge Vito Mangano, presidente di Confartigianato Liguria Costruzioni – A essere penalizzate sono proprio le migliaia di micro e piccole imprese del “sistema casa” che non si trovano di certo nelle condizioni economico-finanziarie di poter anticipare uno sconto, né di poter sopportare l’onerosità dell’operazione di cessione del credito. Dall’altra parte, si favoriscono solo le aziende più strutturate, con maggiore liquidità e più capacità organizzativa e finanziaria».
I primi effetti della misura iniziano già a farsi sentire: «Molti clienti, venuti a conoscenza di questa possibilità, hanno lasciato in sospeso la commessa – ricorda Alfano – Altri hanno subito rinunciato a far svolgere il lavoro a una piccola realtà artigiana, pur sapendo di rinunciare anche a un lavoro su misura e di qualità. Andando avanti così sarà una carneficina».
Uno spiraglio di luce era emerso a fine giugno, quando l’Antitrust aveva dato ragione a Confartigianato, definendo lo sconto in fattura una misura che “rischia di distorcere la concorrenza del mercato, a danno dei micro e piccoli imprenditori”. Ma il parere espresso dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, almeno finora, non ha avuto alcun impatto sull’iter della norma: la circolare dell’Agenzia delle Entrate, emessa a fine luglio, ha reso lo sconto in fattura ufficialmente operativo.
«Occorre porre un correttivo drastico – sostiene Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Perché di questo passo le micro e piccole imprese del settore rischiano di collassare. Confidiamo che il nuovo governo ascolti il nostro grido d’allarme, raccolto anche all’unanimità da Regione Liguria con l’approvazione di un odg in consiglio regionale a fine luglio e la presentazione di proposte di legge in Parlamento, e intervenga al più presto per modificare radicalmente questa norma».
Nel 2018, in Liguria, le detrazioni per ristrutturazioni ed ecobonus hanno incentivato investimenti per oltre un miliardo e 100 milioni di euro. Si tratta del settimo valore in Italia, su un totale di 28,6 miliardi di euro di investimenti nel Paese. La misura prevista dal dl Crescita e resa operativa dall’Agenzia dell’Entrate mette a rischio il lavoro di circa 20 mila microimprese artigiane liguri attive nel settore.