«Intendiamo dare vita a una costituente ligure liberaldemocratica che metta insieme persone che provengono dal Pd e da altre esperienze politiche, anche da Forza Italia. Stiamo dialogando con figure importanti che hanno ricoperto ruoli di rilevo in città». È quanto dichiara a Liguria Business Journal Victor Rasetto, già segretario provinciale del Pd genovese, renziano storico, da tempo non più in sintonia con il suo partito».
Rasetto lascia il Pd e segue Matteo Renzi. «Da tempo – precisa – avevo maturato la decisione di lasciare il Pd, che da tempo ha abdicato alla rappresentanza di quel mondo liberaldemocratico in cui mi riconosco. In un certo senso non chiudo del tutto la porta, la socchiudo, perché si tratta del rapporto con una comunità in cui sono stato tanti anni. La mia non è una scelta a cuor leggero, tra l’altro sono stato il primo segretario del Pd genovese, ero andato io dal notaio a firmare la costituzione del partito, perché il Pd era nato come associazione di organizzazioni locali. Quindi mi sento legatissimo al Pd. Il problema è che questo partito non esiste più, perché non ha più la componente liberaldemocratica».
«Con le scelte dell’ultimo congresso – precisa Rasetto – da Zingaretti in poi, la ragione per cui è nato il Pd, creare una nuova cultura politica mettendo insieme la cultura socialdemocratica con quella liberaldemocratica, è fallita. Non posso stare in un partito dove quello che penso io viene considerato di destra. L’attenzione alla libertà individuale, alla produzione del reddito e non solo alla sua distribuzione, l’abbassamento delle tasse, la vicinanza al mondo delle imprese, l’antistatalismo, il job acts, il voucher , tutte queste cose per loro sono di destra, per me sono di una sinistra moderna. E non posso stare in un partito che alla posizione populista di Salvini “Noi chiudiamo i porti” contrappone la posizione altrettanto populista “Noi apriamo i porti”. L’immigrazione va controllata. Ora poi con l’uscita di Calenda e di Renzi l’area in cui mi riconosco è completamente sguarnita».
Renzi e Calenda si rivolgono allo stesso bacino elettorale con partiti o movimenti dai profili politico-culturali assai simili. «Trattandosi di due caratteri forti – puntualizza Rasetto – non so se riusciranno a riunirsi, io farò di tutto, tutti noi dovremo fare di tutto perché le due proposte stiamo insieme, non avrebbe alcun senso una separazione. Noi dell’area renziana ligure valuteremo anche l’organizzazione che verrà proposta sui territori».
«“In Liberi e democratici”, l’associazione di renziani della prima ora di cui faccio parte – prosegue Rasetto – ci stiamo chiedendo in queste ore che tipo di organizzazione ci si vorrà dare. Siamo tutti un po’ in attesa anche di sapere che cosa vorranno fare Renzi e Calenda. Noi di Liberi e democratici dialoghiamo spessissimo con l’associazione Siamo Europei di Calenda».
L’intenzione di Rasetto e di altri renziani e sostenitori di Calenda è di andare oltre le persone e le culture politiche che hanno fatto parte del Pd, fino a coinvolgere anche esponenti del centrodestra liberale.
«L’idea nostra – annuncia – è di partire, anche a livello genovese e ligure, per creare una costituente liberaldemocratica che metta insieme noi e chi viene dall’altra parte. C’è un’interlocuzione tra noi e pezzi di Forza Italia, anche figure importanti, che hanno ricoperto ruoli di rilevo in questa città».