Un quadro non totalmente negativo, che fa essere abbastanza fiduciosi. Lo dice il rapporto semestrale sull’economia genovese basato sull’ormai tradizionale indagine di Confindustria Genova tra i suoi associati (basata su un campione del 16,9% dei dipendenti).
«Lo scenario italiano e internazionale è visibile a tutti − dice il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini − e la Liguria non può presentarsi con dati diversi. La domanda interna è azzerata, aumenta l’export. Ci sono settori che faticano, dobbiamo abituarci, perché molte imprese del nostro territorio hanno a che fare con Iran e Russia. Quello che emerge è che si tira a sopravvivere. La finanza soffre, sia il settore bancario sia le assicurazioni, poi ci sono le crisi grosse, con l’aumento della cassa integrazione straordinaria, mentre quella ordinaria è in fase di riduzione già da tempo. Il porto ha fatto un po’ di fatica, con i container che hanno perso qualcosa, ma abbiamo ricevuto segnali positivi negli oli minerali, nei petrolchimici, nelle crociere. Logistica e trasporti hanno segnato un fatturato positivo, ma la marginalità si è ridotta sensibilmente per costi aumentati».
Lo scenario internazionale e nazionale
«Occorre considerare diverse turbolenze nel mondo − spiega Guido Conforti, vicedirettore e responsabile del Centro studi di Confindustria Genova − il 2019 lo è stato a livello macro. Ora ci si attende una ripartenza a livello mondiale. L’Eurozona ha frenato, soprattutto la Germania e il settore dell’automotive, con le conseguenze sull’indotto. Italia e Grecia sono i Paesi che crescono meno, la situazione dei consumi è da calma piatta e c’è stato un arretramento degli investimenti, dopo i 10 miliardi per l’industria 4.0 durante il ministero di Calenda. Non sappiamo ancora nulla sulla manovra dell’anno prossimo, attendiamo una ripresa». Rispetto alla prima crisi del 2008 l’Italia non ha ancora recuperato a livello di Pil e di ore lavorate, solo l’occupazione è tornata ai livelli precedenti, ma si tratta spesso di part time o contratti precari.
L’economia genovese
Fatturato estero in aumento del 4,1% per quanto riguarda industria e servizi. Genova è stata resiliente, nonostante tutto quello che è successo, a partire dal crollo del ponte Morandi. «Le industrie genovesi − spiega Conforti − si sono rafforzate sul mercato estero, invece è calata la domanda italiana. Bene l’informatica e i servizi del terziario avanzato, si registra la mancanza di figure professionali adeguatamente formate».
Il manifatturiero è andato particolarmente male nel mercato interno: -5,3% il fatturato Italia, +6,9% quello estero, ordini italiani calati del 6,8%.
Le aziende dell’alimentare hanno vissuto un semestre difficile, con un giro di affari in contrazione, sia per quanto riguarda la componente nazionale (-2%), sia quella estera (-7,5%).
Il turismo “tiene”, ma sono diminuite le presenze alberghiere, mentre aumentano i flussi crocieristici e aeroportuali. Le crociere registrano addirittura un aumento del 52,4%: da 379.544 a 578.302 passeggeri. I traffici aeroportuali, pur essendoci un calo dei movimenti, segnano un aumento del 4,7% nei passeggeri.
Calano i traffici portuali, «non solo per le questioni di viabilità e logistica − sostiene Conforti − ma per la diminuzione dell’import in Italia e del commercio mondiale».
Secondo semestre: moderata fiducia
Come sempre il report si conclude con uno sguardo ai successivi sei mesi. Le imprese intervistate hanno previsto +2% sul fatturato, +1,9% sugli ordini, -1,8% sulle esportazioni e -0,2% sugli occupati in organico.