«In Liguria, ma non solo, c’è la necessità di identificare qual è il modello di sviluppo, quali le politiche industriali su cui muoversi e quali gli assi su cui indirizzare un intervento pubblico e stimolare quello privato. Se non riusciremo a lavorarci, sarà complicato far partire il territorio».

C’era anche Pierpaolo Bombardieri oggi a Genova, in qualità di segretario generale aggiunto Uil al consiglio confederale regionale del sindacato.
Il segretario regionale Mario Ghini ha toccato tutti i punti caldi che in autunno riguarderanno la Liguria, a partire dalla questione acciaierie di Cornigliano: «Abbiamo la scadenza del 6 settembre, Arcelor Mittal dovrà decidere se rimanere o no, oggi si parla di Taranto ma qui abbiamo 2 mila persone. Poi Piaggio, Bombardier, la grande distribuzione che è nascosta nelle pieghe del Turismo, ma sta soffrendo, pensiamo a Gucci che va via da Genova perché la ritiene una città non più interessante».

La Uil ha chiesto a Comune e Regione di aprire un tavolo di confronto per arrivare a un “patto per il lavoro”, per far tornare gli investitori attraverso incentivi e risorse per la formazione, la riduzione delle tasse, mettendo a disposizione servizi, «ma ci vogliono le infrastrutture – sottolinea Ghini – chiediamo una mano alla politica locale per fare pressione sul governo. Non si può pensare che per esempio la Gronda resti appesa al revoca della concessione ad Autostrade. Non possiamo permetterci di attendere emendamenti discussi in extremis in Parlamento per opere vitali come Terzo Valico o Nodo ferroviario.
Uil in crescita
«Siamo soddisfatti della presenza sul territorio – afferma Ghini – la Uil sta crescendo come iscritti, si vede dai consensi ottenuti durante i rinnovi della rsu, ma anche in termini di presenza alle iniziative. Siamo gli unici a crescere in questo periodo».
Durante la relazione però Ghini ribadisce anche che l’unità sindacale e di intenti dimostrata per il decreto Genova dopo il crollo del ponte Morandi, sia la base per andare avanti su questi presupposti. «L’unità sindacale non va bene se fatta a senso unico, ci vuole il rispetto delle posizioni».
Uno dei punti nodali, citati nella relazione di Ghini è la sanità, una questione aperta che sta interessando più province: «Ci vorrebbe un po’ più di condivisione sui percorsi, evitare le sovrapposizioni, penso ad Alisa che è diventata la sesta azienda sanitaria, quando forse bastava un maggior coordinamento tra quelle già presenti, fare riconversioni utili per il rilancio della rete ospedaliera. Teniamo conto che il Galliera aspetta da anni di avviare i lavori per il nuovo ospedale, il Gaslini è diventato universitario e ha bisogno di essere sostenuto. Poi è giusto che gli assessori decidano, ma se prima si confrontassero con noi magari gli errori a Ponente che hanno provocato l’annullamento della gara per l’assegnazione ai privati, non sarebbero fatti. Alla Spezia ne è stato demolito uno e non sappiamo ancora quando verrà costruito quello nuovo».
Se però la soluzione per ridurre le liste d’attesa è allargare lo spazio al privato, la Uil non ci sta: «Solo l’Asl 5 lo straordinario vale 2 milioni all’anno, vuol dire che il personale è sotto sforzo, occorre organizzare diversamente il lavoro. Quello che rileviamo è che ogni volta che cambia giunta si ricomincia da capo».
Secondo Bombardieri il Paese è in una condizione di difficoltà oggettiva, per questo la Uil ha fatto «proposte alternative rispetto alle scelte della politica, attraverso i confronti».
Dopo gli incontri con Conte e Di Maio ieri quello con Salvini: «Abbiamo fatto notare che la politica dovrebbe avere un’idea di Paese proiettato nei prossimi anni e ciò ci sembra non avvenga, ci sembra che si sia solo preoccupati per le prossime elezioni e la ricerca di un facile consenso. La crescita deve programmarsi con il coinvolgimento dell’innovazione, la costruzione di prodotti tecnologicamente avanzati. Non riducendo il costo del lavoro e i diritti».
Accanto a ciò, a suscita perplessità nella Uil è anche la politica fiscale: «Non abbiamo ancora chiari i contorni della flat tax – dice Bombardieri – ieri ci hanno spiegato che potrebbe riguardare nuclei famigliari fino a 50 mila euro, ma ricordo che la Costituzione prevede una progressività dell’impegno fiscale, chi ha di più dia di più. Teniamo conto che oggi la maggior parte del reddito dello Stato si basa sui lavoratori pensionati. Abbiamo oltre 100 miliardi di evasione fiscale».
La tendenza, registra il segretario generale aggiunto, è che pur essendoci identità di vedute da parte dei lavoratori, «in Italia non si vogliano creare centri di associazionismo e aggregazione. Per questo abbiamo aperto le nostre sedi sindacali non solo a chi è iscritto, ma anche ad associazioni ed enti che ne abbiano bisogno. Occorre cambiare anche la nostra impostazione culturale».