Un responsabile aziendale delle liste d’attesa in ogni azienda, il rafforzamento del Cup unico regionale di primo e secondo livello e sanzioni in arrivo per chi diserta l’appuntamento, per provare a ridurre sensibilmente il fenomeno del cosiddetto “drop-out”, appunto la mancata disdetta dell’appuntamento, che incide per ben il 14,7% sull’offerta complessiva in Liguria.
Questi i principali punti previsti dal nuovo Piano regionale di governo delle liste d’attesa per il triennio 2019-2021, varato da Alisa dopo il recepimento del piano nazionale da parte della giunta regionale (lo scorso 17 maggio).
L’obiettivo finale è quello di garantire tempi di attesa congrui con la classe di priorità indicata dal medico prescrittore: «Abbiamo quattro classi di priorità − precisa Lorenzo Bistolfi, direttore Cure primarie e Funzioni distrettuali di Alisa − La classe U, quella urgente, prevede la visita entro 72 ore e generalmente, data la delicatezza, non è prenotata a Cup, ma è direttamente il medico prescrittore che se ne prende carico. Poi ci sono la classe B, con visita entro 10 giorni, e la classe D, differenziata tra 30 giorni per le visite e 60 giorni per esami strumentali. Infine, la classe P, che da 180 giorni è passata a 120 giorni».
Nel caso in cui la prestazione non sia disponibile nei tempi previsti dalla classe di priorità indicata, le aziende dovranno organizzare un sistema di presa in carico dell’assistito per reperire la prestazione e garantire la massima disponibilità di apertura degli ambulatori, prevedendo aperture, se necessario, anche nelle giornate del sabato o in fasce orarie serali (per esempio dopo le 19).
Entro il 31 ottobre le aziende dovranno inoltre inserire a Cup il 95% dell’offerta di prestazioni di specialistica ambulatoriale, comprese quelle erogate dalle strutture private accreditate e contrattualizzate, completando il percorso entro il 31 gennaio 2020.
Disposto da Alisa, in collaborazione con il Diar competente, anche il manuale Rao regionale (Raggruppamenti di attesa omogenei, previsti dal piano nazionale): l’intento è quello di ridurre la variabilità prescrittiva, salvaguardando l’autonomia dei professionisti e garantendo al paziente l’accesso alle cure appropriate nei tempi adeguati, nel rispetto della corretta attribuzione del codice di priorità.
C’è poi la questione delle sanzioni in caso di mancata disdetta dell’appuntamento, (che si può effettuare entro tre giorni lavorativi prima della data dell’esame): i cittadini inadempienti dovranno pagare comunque il corrispettivo del ticket (anche quelli esenti), salvo comunicare, entro 30 giorni, il motivo per cui non hanno usufruito della prestazione (una malattia, un ricovero, un accesso in pronto soccorso, un ritardo dei treni o uno sciopero dei mezzi di trasporto, per esempio).
«Abbiamo riflettuto a lungo sull’introduzione di sanzioni − spiega l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale − è una scelta che abbiamo assunto dopo aver profondamente rinnovato, anche dal punto di vista tecnologico, il sistema di prenotazione. A partire dall’introduzione del Cup unico regionale e del numero verde, quattro anni fa. Anche altre Regioni hanno attivato misure analoghe e il motivo è chiaro: la mancata disdetta di una visita non eseguita determina un incremento delle liste d’attesa, ma rappresenta soprattutto un gesto di inciviltà perché impedisce a un’altra persona di usufruire di quella prestazione. Ovviamente, prima di attivare le sanzioni, potenzieremo ulteriormente i servizi di recall e quelli telematici di modifica o disdetta delle prenotazioni».