Nel 2018 la bilancia degli scambi commerciali della Liguria con la Russia è positiva per 52,6 milioni di euro, per un totale di circa 86 milioni di esportazioni e oltre 33 di importazioni. Genova nel quarto trimestre 2018 ha registrato un aumento dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2017 con un saldo positivo di più di 9,3 milioni di euro (oltre 13 milioni di esportazioni e quasi 4 di importazioni). Sono alcuni dei dati (di fonte Istat-Coeweb elaborati dal Retail Value Management & Research di UniCredit) illustrati oggi a Genova nel corso di “Focus Russia – Strumenti e azioni a sostegno delle imprese all’estero” organizzato da UniCredit in collaborazione con Confindustria Genova.
Dopo i saluti iniziali di Giuseppe Zampini, presidente di Confindustria Liguria e Fabrizio Simonini, regional manager Nord Ovest UniCredit, sono intervenuti Fabrizio Rollo, head of International Center AO UniCredit Bank, Roberto Corciulo, presidente di IC & Partners e Alessandro Paoli, head of UniCredit International Center Italy.
«La Russia – dichiara Fabrizio Simonini – guarda con estremo favore al prodotto italiano e l’apprezzamento per il made in Italy non è riservato solo ai settori della moda, del food e dell’arredamento, ma anche all’industria meccanica e all’alta tecnologia. Questo territorio offre a un imprenditore italiano potenzialità molto rilevanti ma deve essere conosciuto da vicino, con interlocutori locali affidabili».
Scegliere gli interlocutori giusti è essenziale perché per operare stabilmente nella Federazione Russa, in base alla normativa introdotta negli anni scorsi è necessario associarsi a partner locali. Il Made in Italy è sempre più un “Made in Italy with Russia”. Per scegliere bisogna conoscere e UniCredit, che può contare su UniCredit Bank, la più grande banca estera in Russia, al nono posto del totale attivo sulla base dei risultati del 2017, con 103 filiali, si propone come ponte tra Italia e Russia.
«All’imprenditore italiano – precisa Simonini – possiamo presentare controparti già selezionate e questa è una prima garanzia. E nel momento in cui sappiamo che cosa va a fare di preciso il nostro imprenditore lo possiamo finanziare nella maniera più adatta perché abbiamo chiara la percezione del rischio che stiamo condividendo. L’imprenditore con noi comincia ad avere un orientamento sul settore di mercato e sulle norme».
Essenziale per chi vuole andare a operare nella Federazione, è avere le idee chiare. «Forum come questi servono a chiarire le idee su cosa puoi andare a fare là. Oggi il consumatore russo è un consumatore esigente, è sovra-fornito da tutte le filiere europee, non è come quindici anni fa. Di là c’è una situazione che si sta evolvendo, se non la conosci da vicino corri il rischio di sostenere i costi e andare su un mercato che non c’è. Prima di muoverti, di assumere una decisione strategica, prendi informazioni di prima mano da chi è là. Vieni a vedere cosa c’è, magari anche con un viaggio di Confindustria, e poi ci siamo noi».
Le sanzioni seguite allo scontro Russia-Ucraina non hanno azzerato l’export occidentale nella Federazione ma hanno contribuito all’evoluzione di quel mercato. «C’era un flusso di transazioni importante che è stato interrotto, poi si è ricreato in mille altri rivoli, in altre modalità, ma oggi il mercato è cambiato. Presenta marginalità che non sono più quelle di una volta, non ci sono più picchi esagerati di prima, e c’è una classe media che ha preso gusti, abitudini di consumo molto più internazionali che in passato una classe media che rispetto ai primi acquirenti russi di prodotti occidentali è molto più attenta al rapporto qualità-prezzo. E la concorrenza è forte, i consumatori sono sovra-serviti anche da Paesi della tradizione mediterranea come Spagna e Grecia».