Qualche critica al Def, il documento di economia e finanza, da parte del direttore di Cna La Spezia Angelo Mantellini: «La ripresa non può che passare per le imprese – spiega – e per la struttura del sistema produttivo nazionale parliamo soprattutto di artigiani, piccole e medie imprese. Nessuno può dimenticarlo. Mentre sembra che nel Def appena presentato dal governo questo imperativo categorico sia spesso dimenticato. In particolare, sul fronte fiscale, emerge addirittura un maggiore prelievo rispetto ai partner europei concorrenti. Va estesa la flat tax a tutti i soggetti Irpef e bisogna mettere mano a una riforma organica della tassazione del reddito d’impresa soggetto all’Irpef».
Per il direttore di Cna La Spezia è necessario rilanciare la politica infrastrutturale per far guadagnare competitività alle imprese: «Una politica infrastrutturale che non si limiti alle grandi opere, però, ma sia estesa alle infrastrutture medio-piccole, in grado di riqualificare il territorio e distribuire i benefici sull’intero sistema Paese».
Altro suggerimento in materia di credito: «Vanno messi in campo strumenti per allentare la persistente stretta creditizia. Prima di tutto, non si snaturi Fondo centrale di garanzia, istituito proprio per facilitare l’accesso ai finanziamenti di micro e piccole imprese».
Su Reddito di cittadinanza e Quota 100, Cna ha dei dubbi: «Hanno uno spiccato sapore assistenzialista. E va archiviato il cosiddetto salario minimo che rischia di indebolire il successo consolidato dei rapporti fra le parti sociali. Piuttosto, è indispensabile ridurre il costo del lavoro e il cuneo fiscale, in Italia tra i più alti del mondo sviluppato, che frena consumi e investimenti».
Sarebbe auspicabile, secondo Cna, una riforma della bolletta energetica, «sempre più pesante per le piccole imprese, sulle quali grava la maggior parte degli oneri di sistema».
C’è timore per l’aumento dell’iva: «Vanno disattivate – consiglia Matellini – le cosiddette clausole di salvaguardia per evitarne l’aumento e il conseguente effetto choc sui consumi interni, che hanno bisogno, invece, di essere rilanciati al più presto, in considerazione delle crescenti difficoltà che le imprese esportatrici incontrano sui mercati internazionali in preda a guerre commerciali come non se ne vedevano da lungo tempo».