Serve una svolta sui servizi pubblici. Lo chiede la Uil Liguria, che ne ha discusso nel convegno “Società partecipate: erogazione e accesso ai servizi”.
«Affinché un servizio offerto alla collettività sia davvero efficace, a misura di cittadino, deve rimanere necessariamente pubblico, accessibile e partecipato, e, naturalmente, consono alle esigenze del lavoro e della sua organizzazione – spiega Sheeba Servetto, segretario confederale regionale Uil Liguria – i servizi collettivi pubblici devono essere alla portata dei cittadini, che non devono subire decisioni prese dall’alto, ma partecipare. Il territorio ha bisogno di una svolta e lo chiede a gran voce».
La Uil mette al centro la confederalità della proposta del diritto alla mobilità: «Contro lo spopolamento delle vallate e l’isolamento delle periferie vogliamo che il trasporto pubblico locale resti pubblico per assolvere alla sua missione sociale – dice Servetto – tra Genova e Città Metropolitana, il Tpl, che conta 2.673 addetti al servizio, di cui 2.238 Amt e 435 di Atp, è un settore di rilevanza strategica che ha sempre dovuto fare i conti con i tagli ai finanziamenti e le crisi aziendali, pagate da lavoratori e utenza anche in maniera pesante. È necessario che lavoratori e cittadini partecipino in maniera fattiva alle sorti delle aziende».
Per il Tpl la Uil ha sempre puntato su tutela del lavoro, sicurezza, recupero integrativo (per Atp), rinnovo parco mezzi, organici e nuovi assetti societari.
Altro capitolo è Amiu, che nel 2018 ha dovuto smaltire 230 mila tonnellate di rifiuti. Il conferimento in altri siti, costa all’azienda mediamente 100 euro/tonnellata per gli impianti fuori regione e 140 euro/tonnellata nei due impianti all’interno del territorio ligure, senza considerare il costo del trasporto. «Abbiamo bisogno di nuovi impianti per favorire il ciclo integrato dei rifiuti – dichiara Servetto – Amiu ha davvero bisogno di un serio riammodernamento, cioè di impianti di smaltimento all’avanguardia per produrre efficienza, anche per adeguarsi agli standard richiesti a livello legislativo».
Oggi, secondo la Uil, si stanno subendo le ricadute dell’indecisionismo cronico che si sommano alle stringenti normative in merito alle società partecipate. Inoltre, per la Uil, è necessario ripensare agli organici Amiu in un’ottica di rinnovamento poiché, anche a causa delle restrizioni imposte dalla legge Madia, da quasi cinque anni, la città ha potuto contare solo su risorse umane risicate. «Poca cosa per le esigenze di un territorio complesso come il nostro», evidenzia Servetto.