Oggi Leonardo è in grado di monitorare via satellite i movimenti di oggetti con una precisione al mezzo millimetro. Merito dell’interferometria radar satellitare, che può essere quindi applicata per il monitoraggio delle infrastrutture viarie e ferroviarie.
Lo ha ricordato l’a.d. Alessandro Profumo intervenendo al convegno “Sostenibilità del sistema infrastrutture”: «Occorre capire come le nostre tecnologie possano essere messe al servizio del sistema nazionale delle infrastrutture».
Leonardo, che è il più grande operatore tecnologico del Paese, sta ragionando su come utilizzare il proprio patrimonio tecnologico nei processi di monitoraggio e negli interventi necessari in caso di emergenza. Su questo tema è stato anche firmato un accordo con Regione Liguria e Comune di Genova. «Grazie a un sistema di satelliti – spiega Profumo – siamo in grado di raccogliere un’enorme mole di dati su ogni singola infrastruttura. Il problema è poi trasformare tutto ciò in informazioni utilizzabili. Per questo stiamo investendo molto sulla gestione dei big data».
In Italia sono circa 19 mila le infrastrutture critiche. «Il tema chiave – aggiunge Profumo – è costruire la capacità di interfacciamento con il mondo pubblico».
Proprio oggi, da Roma, è arrivata la notizia dell’accordo tra Leonardo e Rina (azienda di certificazione e servizi a supporto dell’ingegneria): un memorandum of understanding per avviare una partnership proprio in questo ambito, facendo leva sulle rispettive competenze e tecnologie sviluppate nei settori di riferimento. L’accordo ha l’obiettivo di creare sinergie tra Leonardo e Rina per sviluppare congiuntamente proposte tecnologiche operative in ambito sia nazionale che internazionale.
Sul territorio ligure anche l’Istituto Italiano di Tecnologia può dire la sua in questo senso, come ha descritto il direttore generale Gianmarco Montanari: «L’Italia è la Nazione europea con più viadotti e gallerie, grazie alla robotica possiamo evitare lavori costosi e pericolosi interventi umani sui viadotti per esempio».
I robottini con ventose potrebbero affiancare o sostituire l’intervento umano in condizioni difficili: «Tutto ciò deriva dal fatto che insegnamo alla macchina a vedere – specifica Montanari – la computer vision, il sound detection e l’analisi dei comportamenti di persone e/o cose sono tutti aspetti che l’intelligenza artificiale è in grado di imparare».
Iit, a questo proposito, ha già avviato una collaborazione con Ansaldo Energia per il controllo e la manutenzione delle turbine.
In fase di emergenza invece, robot di dimensioni e autonomia maggiore possono intervenire in zone pericolose per l’uomo, come in strutture pericolanti a causa di un terremoto.