“Rispediamo al mittente le strumentalizzazioni, che qualcuno ha cercato di introdurre nei giorni scorsi, cercando di far apparire i lavoratori come soggetti insensibili
ai problemi della loro città”. Così le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa commentano la decisione di revocare in provincia di Genova lo sciopero di 4 ore proclamato a livello nazionale per il 21 gennaio.
“Pur confermando le ragioni e le preoccupazioni che hanno portato alla proclamazione dell’azione di lotta – si legge in una nota congiunta – abbiamo, con senso di responsabilità, accettato di revocare lo sciopero per non creare ulteriori problemi alla città e al traffico
cittadino, già pesantemente provati dalle pesanti conseguenze della caduta del ponte Morandi. Ancora una volta gli autoferrotranvieri genovesi hanno dimostrato il profondo attaccamento al proprio territorio, lo stesso territorio che li ha sostenuti negli anni scorsi, anni durante le pesanti lotte che erano principalmente finalizzate al mantenere pubblico un bene della collettività, il trasporto pubblico locale”.
Perché lo sciopero
Contrastare le modifiche ai regolamenti europei 561/2006 e 1073/2009, previste nel cosiddetto Mobility Package. Secondo i sindacati avranno un effetto dirompente sulle modalità di svolgimento del lavoro per gli operatori mobili, a causa di una deregolamentazione del settore e un conseguente abbattimento del costo del lavoro, ottenuti attraverso pericolose forme di dumping contrattuale. Le modifiche ai tempi di guida e di riposo del personale viaggiante dell’autotrasporto persone e merci, prevederebbero un aumento esponenziale delle ore di guida e una compressione delle ore di riposo, determinando non solo un deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei conducenti, ma anche una amplificazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei conducenti e degli utenti del servizio e della strada.
Dopo le richieste di sospensione da parte di Regione Liguria e Comune di Genova e gli incontri ripetuti, il consiglio regionale martedì mattina e nel pomeriggio dello stesso giorno il consiglio comunale, dopo aver condiviso le problematiche all’origine dell’azione sindacale, hanno approvato, entrambi con voto unanime, un ordine del giorno che li impegna a sensibilizzare i vari parlamentari europei eletti in Italia e il governo nazionale, circa le pesanti ripercussioni che deriverebbero dall’applicazione delle proposte dalla Commissione contenute nel Mobility
package.