Il 14 dicembre al Palazzo Ducale di Genova, al Fulvio Rosina Forum, si discuterà di “continuità di impresa” in un contesto di alta competenza e sotto l’egida di sponsor di rilievo fra cui l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Genova e Confindustria, per citarne solo alcuni.
Sebbene il tema appaia ostico e per addetti ai lavori, esso è quanto mai attuale, vivo e bisognoso di essere appreso e divulgato.
È bello che la nostra città, specialmente in questo momento storico, ospiti una discussione così rilevante per lo sviluppo economico.
Tra l’altro, la continuità di impresa si colloca sì nell’ambito privatistico ma non può essere disconosciuta dal settore pubblico e para-pubblico dato che il concetto presuppone la creazione e il mantenimento di valore e non certo la dispersione di ricchezza, fenomeno cui purtroppo stiamo facendo assuefazione grazie a un certo trend pluridecennale poco virtuoso di finanza pubblica .
Si parla sempre di crisi, e per la verità anche il titolo del convegno la menziona sia pure nell’ottica del suo superamento e nel chiaro riferimento alla imminente entrata in vigore del nuovo codice della crisi e dell’insolvenza, ma a me piace pensare alla continuità di impresa come al cuore di un essere umano che pulsa “a sua insaputa”, al motore sempre acceso di una macchina che non può fermarsi perché così è ogni iniziativa economica senza la quale non si crea la ricchezza che sviluppa le comunità.
Oggi è richiesto uno sforzo organizzativo a tutte le imprese e specialmente alle pmi italiane, spesso criticate per il loro nanismo ma tuttora formiche creatrici di inesauribile successo: occorre infatti che il “cuore pulsante” non si fermi e bisogna mettersi in condizione di verificarne le condizioni di salute in maniera costante.
Perché discutere di continuità aziendale significa per prima cosa riconoscere il valore dell’impresa: la consapevolezza di questo valore spetta sia all’imprenditore sia al contesto sociale ed economico affinché armonicamente il sistema ….. faccia appunto sistema.
Cerchiamo di ispirarci a ottimismo e che la discussione, pur nei tratti accademici che inevitabilmente avrà, possa dare quegli stimoli di positiva concretezza che aiutano gli imprenditori a capire che sono considerati parte essenziale del sistema e non siano guardati come portatori di ….futura disgrazia!
Un grazie allo studio Rosina, agli sponsor, ai relatori per questa iniziativa e un augurio di successo a tutti i partecipanti.
Vale più che mai il famoso detto latino: ad maiora!