I residenti dagli 0 a 2 anni dei comuni montani della Liguria (montagna interna e montagna litoranea) difficilmente troveranno tutti posto in un asilo nido, visto che in provincia di Genova sono solo il 30,12% i posti disponibili sul totale dei residenti, scendendo a 16,49% in quella di Savona, all’11,76% in quella spezzina e solo al 6,95% nella provincia di Imperia.
È quanto emerge dal focus di Openpolis dedicato alla povertà educativa.
Un aspetto spesso sottovalutato è quello della condizione dei minori in questi territori. Un fattore importante per evitare lo spopolamento dell’entroterra è quello dei servizi disponibili: oltre ai trasporti, fondamentali per chi deve spostarsi per lavoro, un appoggio sulla gestione dei bambini nelle primissime fasi della vita può essere determinante nella scelta di non spostarsi in città.
Tenendo conto che anche i Comuni capoluogo (notoriamente più serviti) possono essere classificati come montagna litoranea, le percentuali sono davvero scarse.
Andando a vedere le cifre su 1.358 residenti tra 0 e 2 anni in provincia di Savona, i posti a disposizione sono 224. Su 15.575 residenti in provincia di Genova, i posti sono 4.691, su 302 residenti in provincia di Imperia, i posti sono solo 21, mentre sui 102 residenti nello spezzino i posti sono 12.
Dividendo i minori residenti per zona altimetrica (dati Istat aggiornati a gennaio 2016), in Liguria il 7,80% vive in montagna interna, il 41,90% nella montagna litoranea, il 3,90% nella collina interna, il 46,3% nella collina litoranea. Praticamente la metà dei bambini e degli adolescenti risiede in aree montane.
Nel valutare l’offerta di servizi per i minori, uno degli aspetti chiave è la distribuzione sul territorio. Spesso nelle aree montane organizzare la presenza di strutture, risorse e personale è più difficile, sia a causa della conformazione territoriale, sia per la minore densità abitativa.
L’analisi di Openpolis si sofferma anche sul reddito medio di chi abita nei comuni montani. In Liguria i centri montani che rientrano nell’ultimo quartile di reddito (ossia quello più lontano dalla mediana) e che quindi sono i più “poveri” sono il 13,6%, mentre la percentuale totale dei comuni poveri sono 8,5%.