Amt passa al contrattacco contro gli evasori seriali. Scattate le prime sei denunce alla procura. Una mossa che funge da deterrente, ma che dovrebbe anche spazzar via una volta per tutte l’idea che non pagare il biglietto sia una colpa lieve. Il peso degli evasori seriali sul complesso delle multe è notevole: solo il 25% di coloro che vengono trovati senza biglietto salda il suo debito spontaneamente, il resto ignora i solleciti. Il 3% dei sanzionati (3.286 persone) è titolare di un terzo dei verbali non pagati, l’8% dei multati (7.945 persone) addirittura la metà.
Sembrano numeri incredibili, ma, come conferma uno dei verificatori di Amt, «abbiamo persone che ci danno il documento con orgoglio, addirittura un evasore arcinoto ha collezionato circa 1400 multe. Alcuni ci mostrano anche le cartelle milionarie dell’Agenzia delle Entrate riscossione, come per farci capire che certo non si fanno scomporre da una banale multa dell’Amt».
«Abbiamo verificato che alcuni non pagano sistematicamente il biglietto. Questo disincentiverà l’evasione ripetuta, chi ha l’intenzione di non pagare il biglietto scientemente e ripetutamente», afferma Stefano Balleari, vicesindaco e assessore alla Mobilità del Comune di Genova. Non si rischia più una lettera di sollecito, ma anche l’inizio di un iter istruttorio che può arrivare a sporcare la fedina penale.
Le prime 6 denunce per insolvenza fraudolenta sono già partite 15 giorni fa, per persone che hanno decine di multe non pagate a testa.
«Si tratta di un’azione punitiva e di deterrenza – afferma l’amministratore unico di Amt Marco Beltrami – purtroppo spesso c’è chi non fornisce le giuste generalità, o non va a ritirare le raccomandate di sollecito. Occorre considerare che l’anno scorso il tasso delle multe riscosse è aumentato del 20%, anche grazie al fatto di poter saldare subito pagando l’oblazione immediata di 40 euro in contanti o via Pos, in dotazione ai verificatori». Grazie a una soluzione tecnica inoltre è stata azzerata la possibilità di falsificare l’acquisto del biglietto via sms.
Un limite dei controllori, che assumono il ruolo di polizia amministrativa, è che non possono essere coercitivi, per questo occorre la presenza della polizia di Stato o della polizia locale.
La bigliettazione, complessivamente vale 64 milioni per l’azienda. L’evasione verificata è al 10%, «in pratica perdiamo circa 6 milioni all’anno – dice Beltrami – dalle multe ricaviamo circa 1,4 milioni». Nel 2017 sono state fatte 112.809 sanzioni, quest’anno probabilmente la cifra sarà più bassa: «Dopo il crollo del ponte Morandi, la quota di verificatori-autisti è stata utilizzata per guidare le navette aggiuntive, quindi è calata l’attività di verifica, che prevede 45 turni giornalieri.
Storie di controlli
Il biglietto del bus è come una ricevuta fiscale, va conservato nel raggio di 250 metri dalle fermate. Spesso i verificatori trovano opposizione da parte dei passeggeri, quando chiedono il biglietto alla fermata, «per questo porto sempre con me la legge regionale che spiega chiaramente che siamo autorizzati a farlo», racconta uno dei controllori di Amt.
Tra le scuse o le giustificazioni di chi non ha il biglietto? «Pensi che io non volevo salire», oppure quando magari il biglietto è scaduto da ore: «Andate a fare multe a chi non ce l’ha».
Il lavoro del verificatore è molto delicato: «Ci sono storie strappacuore di chi non ha davvero niente – racconta il controllore – è però anche una questione di equità rispetto a chi paga. Ci siamo trovati a pagare panini e caffè a chi abbiamo multato, o a volte troviamo altri passeggeri che si sono offerti di pagare la sanzione al posto del destinatario del verbale».