Viene proposto come metodo scientifico, ma in realtà si tratta di pura probabilità.
Davide Isola, in rappresentanza dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, spiega, durante la sessione dedicata a Trasporti e logistica degli Stati generali dell’economia, perché la sbandierata analisi costi benefici sulle grandi opere non sia – secondo i tecnici – uno strumento efficace: «Ipotizza scenari futuri di cui non siamo a conoscenza – dice – inoltre sono arbitrari i parametri di input e il limite di spazio temporale su cui valutare i benefici, quindi appare quasi scontato che il risultato che si ottiene è quello che vuole chi ha lanciato l’analisi».
Isola sottolinea che la tematica è particolarmente importante per gli ingegneri, perché «va di moda a livello ministeriale visto che è stato annunciato come metodo per valutare l’utilità delle infrastrutture, tra cui Gronda e Terzo Valico», tuttavia non prendendo in considerazione ridondanza (ossia la possibilità di alternative) e resilienza (saper reagire a momenti di crisi), serve a poco.
«Per esempio – sottolinea Isola – l’analisi costi-benefici non prende in considerazione l’ipotesi che l’infrastruttura si fermi, o che risulti ausiliaria per un’altra, pensiamo alla Gronda: io che sono un forte sostenitore delle infrastrutture, non mi sarei mai sentito di mettere il crollo del ponte Morandi in questa analisi o comunque il non utilizzo. I fatti purtroppo hanno dimostrato che ciò era più di un’eventualità».
Secondo Isola le infrastrutture strategiche devono essere ridondanti e il sistema dei trasporti non si può fermare: «Come tutti sistemi per sicurezza devono avere un bypass per l’emergenza».