Protesti in forte calo in Liguria: nella nostra regione se ne contano 7.002, diminuiti del 17% rispetto al 2016. Di questi 6.171 sono cambiali, scese del 18% in un anno. Diminuisce anche il valore dei protesti, pari a 6,85 milioni di euro in totale, crollato del 27% rispetto al 2016. Una riduzione ancora più forte è quella registrata dal valore delle cambiali, che pesano per poco più di 4 milioni di euro sui complessivi “pagherò” in Liguria: -33,9%.
I dati risultano dall’ultima analisi di Unioncamere-Infocamere (fonte Registro informatico dei protesti), secondo cui nel corso del 2017 sono stati protestati quasi 513 mila effetti, tra assegni e cambiali, per un valore pari a circa 829 milioni di euro. Quasi mezzo miliardo di euro in meno (-37%) rispetto a due anni fa, quando l’entità dei protesti aveva superato quota 1,3 miliardo di euro. Nel Lazio si registra il record del numero degli scoperti (88.690), seguito da Lombardia (77.627) e Campania (76.062).
L’analisi territoriale mostra come la frenata più vistosa del numero degli effetti protestati si sia registrata nelle Marche (-30,4%), seguita da Trentino Alto Adige (-21,5%) e Veneto (-19%). In termini monetari lo stop più evidente è però quello fatto registrare dalla Valle d’Aosta (-47,3%) e, pur se con un certo distacco, dalla Sicilia (-39,5% rispetto al 2016).
I dati provinciali sulla distribuzione del numero di protesti in Liguria mettono al primo posto Genova, con 3.743 “pagherò” complessivi, per un importo medio di 1.112 euro. Le cambiali sono la maggior parte: 3.323, con un importo medio di 758 euro. Segue Savona: 1.674 protesti totali (importo medio di 1.065 euro), di cui 1.419 cambiali per un importo medio di 670 euro. A Imperia i protesti sono 1.008, l’importo medio è di 716 euro. Le cambiali sono 877, per una media di 527 euro. Infine La Spezia: 577 protesti, di cui 552 cambiali, per un importo medio, rispettivamente, di 315 e 255 euro.