«Mi chiedo, dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, dopo tanti ritardi e tante voci, se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche». Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in una nota stampa commenta le indiscrezioni e e le polemiche che stanno accompagnando la nascita del “Dl Genova” sul dopo Ponte Morandi.
Ieri si era diffusa la notizia che il dl fosse bloccato dalla Ragioneria Generale dello Stato perché gravemente incompleto e senza coperture. Fonti del Mef hanno precisato che il provvedimento era giunto alla Ragioneria Generale dello Stato senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture ma i tecnici della Ragioneria stavano lavorando per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture da sottoporre alle amministrazioni proponenti. Soltanto così il decreto può essere trasmesso al Quirinale per la promulgazione.
Secondo Carmelo Miceli, deputato del Pd, «La notizia che il dl Genova sia stato bloccato dalla Ragioneria Generale dello Stato perché gravemente incompleto e senza coperture è l’ennesima dimostrazione dell’ inconsistenza e inadeguatezza di questo governo» e Conte e Toninelli sono «Due incapaci patentati che, se non fossero uno il presidente del Consiglio e l’ altro il ministro dei Trasporti, finirebbero per suscitare tenerezza, quel sentimento di pietas umana che non può essere negato a chi si trova per disgrazia nel posto sbagliato, nel momento sbagliato».
In una nota, la presidenza del consiglio dei ministri dichiara che nel provvedimento «Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre. In definitiva, nessun ritardo per l’avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto».
Le osservazioni di Toti riguardano, però, anche i contenuti del provvedimento. «Stupisce e preoccupa – dichiara il governatore – il susseguirsi di voci che modificherebbero sostanzialmente l’impronta e i contenuti del provvedimento così come concordato nella riunione di martedì scorso a palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Conte e i suoi collaboratori: la cancellazione dei fondi relativi al Terzo Valico, uniti al blocco del MIT dei fondi già stanzianti, i finanziamenti per il porto e quelli a sostegno delle imprese. Tutti punti che risultano via via modificati e mai in modo positivo per la città e per la Regione. Resta, evidentemente, e non solo per le istituzioni locali, interamente aperto il nodo della ricostruzione sia per quanto riguarda le sue modalità sia per le coperture previste e, soprattutto, per i tempi. A tutto questo, è direttamente connesso il nodo dei risarcimenti alle molte persone danneggiate da questo tragico evento, a partire dagli sfollati per finire con le imprese. Di fronte a questa confusione forse sarebbe opportuno abbandonare percorsi velleitari e avventurosi per ritornare sulla via maestra, prevista dalla normativa vigente e più volte suggerita dalle istituzioni locali, per ridare, nel più breve tempo possibile, questa indispensabile infrastruttura alla città di Genova e all’intero sistema del Nord-Ovest. Mi chiedo, dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, dopo tanti ritardi e tante voci, se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche».