Gianni Crivello, capogruppo della Lista Crivello in consiglio comunale a Genova, scrive una lettera aperta, indirizzata al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci, alle forze politiche ed economiche, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e ai cittadini genovesi, proponendo un presidio di protesta contro i ritardi deò decreto Genova.
“Sono passati troppi giorni dal tragico 14 agosto – scrive – Genova non può attendere oltre. Il ritardo del governo è ingiustificato e appare un atto di poca responsabilità.
Il decreto Genova rappresenta un atto vitale per la nostra città. Una città sempre più in difficoltà”.
La val Polcevera è una polveriera: “Crescono le tensioni e il rischio di una crisi economica e sociale senza precedenti. La solidarietà e il senso di responsabilità hanno caratterizzato da subito la vita di tutti noi. Ma Genova non può rialzarsi da sola, il nostro orgoglio e il nostro spirito unitario, senza le risposte romane, non sono sufficienti. Da più parti crescono le legittime proteste e con esse la possibilità di marce e manifestazioni con gesti più eclatanti”.
Per Crivello occorre dimostrare “tutti insieme che non possiamo attendere oltre, i tempi sono vitali per una città che ha visto la qualità della propria vita precipitare, molte attività economiche e commerciali rischiano di morire. Ecco perché potrebbero essere le istituzioni tutte unite, a farsi carico di organizzare una protesta civile e silenziosa ma forte e determinata”.
Un presidio e non un corteo, per non gravare su una mobilità più che provata, in via Fillak a Certosa e a Campasso, luoghi a pochi metri dal Ponte Morandi, realtà isolate dal resto della città e più che rappresentative della grave sofferenza di una intera comunità, per dire in maniera ferma: Genova è in ginocchio. Adesso basta, la nostra pazienza ha superato il livello di guardia”.