Chiusura debole per le Borse europee, penalizzate dalla prospettiva di nuovi dazi degli Usa nei confronti della Cina, dalla crisi di Argentina e Turchia, e dall’andamento negativo di Wall Street, dove si teme una regolamentazione più stringente per il settore tecnologico dopo le testimonianze di Facebook e Twitter sulle fake news relative alle elezioni del 2016.
Londra segna – 0,9%, Francoforte -0,7%, Parigi -0,3%. Milano dopo una seduta in rialzo ha virato in negativo, anche a causa dell’ampliarsi dello spread sul finale di seduta, e ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 22.763,37 punti (-0,24%) e Ftse Mib a 20.527,22 punti (-0,27%). Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 270 punti base, con il tasso sul decennale al 3%. Il Tesoro sottolinea che l’incremento rispetto alla chiusura di ieri (254 punti) è dovuto prevalentemente a ragioni tecniche in quanto è cambiato il Btp decennale preso a riferimento per lo spread.
A Piazza Affari il listino principale è stato sostenuto dal forte rialzo di Atlantia (+5,55%) in scia alle dichiarazioni del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che ha spiegato che per la concessione di Autostrade per l’Italia la nazionalizzazione non è l’unica risposta. In netto rialzo anche Enel (+2,05%%), dopo il buy di Goldman Sachs sul titolo. Forte calo per Saipem (-3,3%), colpita dalle prese di beneficio. L’allargamento dello spread ha frenato i titoli bancari.
Sul mercato dei cambi l’euro si attesta sui 1,16 dollari: la divisa europea vale 1,1644 euro, contro gli 1,1623 dollari dell’apertura e gli 1,1582 della chiusura di ieri e 129,11 yen, contro i 129,45 yen dell’apertura e i 129,17 della chiusura di ieri. Il rapporto dollaro/yen e’ a 110,87.
In calo il petrolio dopo i dati sulle scorte negli Usa: il future ottobre sul Wti scende dell’1,43% a 67,75 dollari al barile, mentre la consegna a novembre sul Brent si attesta in discesa dello 0,87% a 76,61 dollari.