Una scelta maturata dopo il dietrofront di Malacalza Investimenti, primo socio di Carige con il 23,9% (con autorizzazione Bce per arrivare al 28%), quella compiuta dall’Associazione Piccoli Azionisti di Banca Carige, che si è schierata con la cordata di Raffaele Mincione (15%) in vista dell’assemblea del prossimo 20 settembre chiamata a nominare il nuovo cda della banca.
A dirlo è Silvio De Fecondo, presidente dell’Associazione che riunisce circa 400 investitori per un capitale complessivo dello 0,7% dell’istituto ligure, che, come si legge su Radiocor, spiega che «Malacalza aveva sempre definito legittima la nostra richiesta di avere un rappresentante in cda, ma quando è arrivato il momento di presentare le liste quell’apertura è diventata chiusura: ne abbiamo preso atto e solamente dopo abbiamo accettato l’offerta di Raffaele Mincione di avere un nostro rappresentante nella sua lista».
«Non siamo uno specchietto per le allodole − aggiunge − Per noi era importante avere una voce in consiglio, è stato sempre il nostro obiettivo. Dal 2015 a oggi il socio più importante della banca (Malacalza Investimenti, ndr) ha avuto tempo sufficiente per rilanciare Banca Carige, ma in questo periodo ci sono stati dissidi, scontri anche con la Bce e continui cambi di management, quando invece serviva una continuità di governance che non c’è stata».