«L’idea in sé lascia perplessi». Così Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di diritto pubblico comparato all’Università di Genova e alla Bocconi di Milano, commenta la possibilità di togliere la concessione alla società Autostrade per l’Italia con una legge. Secondo quanto si legge in un articolo pubblicato oggi dalla Repubblica il governo starebbe valutando la possibilità di cancellare di fatto la concessione assegnata ad Autostrade intervenendo non con una revoca, che verrebbe sottoposta ai tempi delle procedure previste ma abrogando o modificando la legge che ha fatto entrare in vigore la convenzione. Al momento sarebbero in corso gli approfondimenti giuridici sulla tenuta costituzionale di questa procedura.
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Il governo, peraltro, sembra avesse deciso di ricorrere alla procedura di revoca o decadenza: il 17 agosto 2018 sul sito della presidenza del consiglio dei ministri si annunciava che «Il Governo, tramite la competente Direzione del Ministero delle Infrastrutture, ha formalmente inoltrato ad Autostrade per l’Italia la lettera di contestazione che avvia la procedura di caducazione della concessione». Questo, però, considerata la fluidità dell’atteggiamento del governo sulla questione, non esclude che l’esecutivo stia effettivamente valutando la percorribilità di altre strade.
«In effetti – precisa Cuocolo – la strada della revoca è in salita ma quella dell’abrogazione per legge lascia perplessi. Bisognerà conoscere il provvedimento per giudicare, ed è vero che l’irretroattività è prevista per l’azione penale ma è anche vero che la Corte Costituzionale da decenni afferma il principio che una norma deve essere valutata tenendo conto che non può violare il principio del legittimo affidamento, principio che tutela chi ha assunto delle decisioni confidando in una determinata realtà giuridica».