La Liguria per la prima volta in quarta posizione nella classifica dei reati contro la biodiversità, un dato reso noto oggi da Legambiente nel corso della presentazione del rapporto 2018 sulle ecomafie. Secondo l’analisi di Legambiente, l’aggressione al patrimonio di biodiversità continua senza sosta, sulla pelle di lupi, aquile, pettirossi, tonni rossi, pesci spada e non solo: la nostra regione, con 569 illeciti, risulta per la prima volta quarta dopo Sicilia (in testa con 1.177 reati pari al 16,8% del totale nazionale), Puglia (946 reati) e Lazio (727). Calabria e Campania restano in quinta e sesta posizione. Da quanto emerge dal rapporto, sono oltre 6mila le persone denunciate per reati contro la biodiversità nel corso del 2017, quasi 17 al giorno, e 7mila le infrazioni (19 al giorno +18% rispetto al 2016).
Parlando di ecomafie, l’anno scorso è stato particolarmente nero: mai nella storia del nostro Paese sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l’ambiente come nel 2017, mai tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti. Spiccano le 538 ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali (139,5% in più rispetto al 2016). Un risultato importante sul fronte repressivo frutto sia di una più ampia applicazione della legge 68, come emerge dai dati forniti dal ministero della Giustizia (158 arresti, per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell’anno precedente) sia per il vero e proprio balzo in avanti dell’attività delle forze dell’ordine contro i trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016), 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016). Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24%.
A completare il quadro, un fatturato dell’ecomafia che sale a quota 14,1 miliardi, una crescita del 9,4%, dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale.
In particolare, i reati nel settore agroalimentare toccano quota 37mila. Ci sono inoltre 22mila persone denunciate o diffidate, 196 arresti e 2.733 sequestri. Settori particolarmente colpiti quello ittico, della ristorazione, di vini e alcolici, della sanità e cosmesi e in genere nel campo della repressione delle frodi nella tutela della flora e della fauna. Impressionante e nettamente in salita rispetto al 2016 (quando oscillava intorno ai 700 milioni) il valore dei sequestri effettuati, che supera nel 2017 abbondantemente un miliardo di euro.