Chiusura in ribasso per le principali Borse europee, frenate dai dati deludenti del pil Usa del primo trimestre (+2%, sotto le previsioni) e dalle incertezze del summit tra capi di Governo oggi e domani a Bruxelles. Anche l’alternarsi di toni distensivi e di chiusure da parte dell’amministrazione Trump nella guerra commerciale con la Cina contribuisce a rendere cauti gli operatori. Il Ftse 100 di Londra segna -0,08%, il Cac 40 di Parigi -0,97%, il Dax di Francoforte -1,39%.
Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 23.616,10 punti (-0,55%) e Ftse Mib a 21.432,34 punti (-0,58%). In contrazione lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a 246 punti base, in calo dai 250 della chiusura di ieri. Si riduce anche il rendimento dei titoli decennali italiani che chiudono al 2,78% dal 2,82% di ieri.
A Piazza Affari le notizie dagli Usa hanno generato una pioggia di vendite su Fca (-3,47%) mentre il calo dei tecnologici in Europa (l’indice di settore Euro Stoxx 600 Tecnologia ha segnato -2,7%) ha penalizzato Stm (-5,09%). Giù anche Prysmian (-4,54%): gli operatori non hanno apprezzato le modalità dell’aumento di capitale da 500 milioni per l’acquisizione di General Cable.
Sul fronte valutario l’euro si conferma sotto la soglia degli 1,16 dollari e si attesta a 1,589 dollari, contro gli 1,159 della chiusura di ieri. La moneta europea è scambiata a 127,877 yen, contro i 127,974 della chiusura precedente, mentre il cambio dollaro/yen è a 110,349.
In rialzo i prezzi del petrolio, che si conferma ai massimi dal 2014, in scia alle misure annunciate dagli Usa per bloccare l’export di petrolio iraniano entro il prossimo 4 novembre: i future del Wti ad agosto crescono dell’1% a 71,91 dollari al barile, mentre quelli ad agosto del brent acquistano lo 0,1% a 77,64 dollari.