L’amministrazione Trump ha accantonato di fatto l’imposizione di nuove restrizioni agli investimenti della Cina negli Usa e le Borse sono tornate a salire, spinte anche dai prezzi del petrolio. Il Ftse 100 di Londra ha terminato le contrattazioni segnando +1,11%, il Dax di Francoforte +0,93% a 12.348 punti, Parigi (+0,87% a 5.327 punti.
Milano ha chiuso con Ftse Italia All-Share a 23.746,50 punti (+0,45%) e Ftse Mib a 21.557,91 punti (+0,65%). È tornato a diminuire lo spread BTp/Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005323032) e il pari scadenza tedesco, che ieri aveva terminato la seduta a 258 punti base, ha chiuso a 250 punti base. In calo anche il rendimento dei titoli italiani, sceso dal 2,91% del closing di ieri al 2,82%.
A Piazza Affari sono volati i titoli energetici dopo le misure annunciate dagli Usa contro le importazioni di petrolio dall’Iran, in particolare evidenza Saipem (+5,34%) e Tenaris (+5,11%). Penalizzati i bancari, tutti in rosso. Banca Generali è scesa del 3,23% e Ubi Banca del -2,21%. Fuori del listino principale Carige (-1,27%) ha accusato le dimissioni dal cda di Lunardi, il giorno dopo quelle rassegnate dal presidente Tesauro.
Sul fronte dei cambi, l’euro che è sceso a 1,159 (-0,47%) contro il dollaro (1,1668 ieri).
In rialzo il greggio: il Wti su agosto sale dell’2,8% a 72,5 dollari al barile, massimi da novembre 2014, come il Brent (+2,14%) a 77,9 dollari.