Chiudono in rosso le Borse europee, con Milano in fondo al gruppo e nessun titolo del listino principale in rialzo.
A frenare Piazza Affari sono stati l’andamento negativo del settore auto in scia al taglio dell’outlook sull’ebit di Daimler a causa della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina , il timore che gli accordi raggiunti a Meseberg tra Germania e Francia possano penalizzare le banche italiane e, secondo alcuni analisti, anche le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini per cui l’Italia potrebbe rivedere il suo contributo al bilancio Ue in caso mancanza di aiuti da parte dei paesi membri in fatto di immigrazione e e la riforma Fornero sarà demolita entro fine anno. Anche la nomina di due leghisti considerati euroscettici, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, alla presidenza rispettivamente delle commissioni Bilancio della Camera e Finanze del Senato avrebbe contribuito ad accrescere la tensione.
Il ministro italiano per l’Economia, Giovanni Tria, parlando da Lussemburgo ha tentato di rassicurare i mercati, dichiarando che «La linea del governo è che l’euro non è in discussione» ma Milano ha terminato le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 23.893,72 punti (-1,90%) e Ftse Mib a 21.673,11 punti (-2,02%) e lo spread Btp-Bund è tornato ad allargarsi, terminando a 238 punti base dai 216 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale del Tesoro è al 2,717%.
Il Dax di Francoforte segna -1,44% frenato dal settore auto, il Cac 40 di Parigi -1,05%, Ftse 100 di Londra -0,92%.
A Piazza Affari in netto calo Fca (-4,17%), Prysmian (-3,93%), Ubi Banca (-3,74%), Italgas (-3,63%).
Per quanto riguarda le materie prime, atteso il vertice dell’Opec di Vienna di domani, Wti e Brent scambiano rispettivamente a 65,6 e 73,6 dollari al barile. Debole l’oro, penalizzato dall’apprezzamento del dollaro, a 1.267 dollari l’oncia.