Chiusura negativa per le principali Borse europee, penalizzate dal ribasso di Wall Street e da spunti contrastanti sul fronte macro-economico e geopolitico.
Mentre a Pechino hanno inizio i colloqui bilaterali fra Cina e Stati Uniti per stabilire un punto di accordo che permetta di evitare una vera e propria guerra commerciale dagli esiti imprevedibili, in Europa l’inflazione in Europa ha rallentato il mese scorso all’1,2% su base annuale dall’1,3% del mese precedente. Da Bruxelles la Commissione europea ha confermato le stime di crescita per Italia (+1,5% nel 2018) ed Eurozona (2,3%) ma ha messo in evidenza possibili rischi al ribasso. Negli Usa la Fed ha espresso ieri al termine della riunione del Fomc la propria fiducia nell’outlook di inflazione sottolineando come i prezzi si stiano avvicinando al target del 2%. Sul fronte macro, il deficit Usa è calato in marzo del 15% a 49 miliardi di dollari dai 57,7 miliardi di un mese fa mentre la produttivita’ nel primo trimestre e’ cresciuta al ritmo dello 0,7%.
Il Dax di Francoforte segna -0,9%, il Ftse 100 di Londra -0,5%, il Cac 40 di Parigi -0,5%. Milano termina le contrattazioni con Ftse Italia All-Share a 26.379,57 punti (-0,74%) e Ftse Mib a 24.064,46 punti (-0,83%).
A Piazza Affari scivolone di Moncler (-3,95%), penalizzata dal downgrade da ‘buy’ a ‘hold’ da parte di Jefferies, in attesa dei dati di domani sul fatturato del primo trimestre. Sottotono i bancari (Unicredit -1,8%, Ubi -2,4%, Bper -1,7%, Banco Bpm -1,6%, Intesa Sanpaolo -0,5%) e Fca (-2,3%) che in aprile ha registrato un calo delle immatricolazioni in Italia (-2,1% contro il +6,5% del mercato). Telecom Italia ha chiuso sostanzialmente invariata alla vigilia dell’assemblea in cui Vivendi e il fondo Elliot si scontreranno per il rinnovo del cda.
Sul fronte dei cambi l’euro ha chiuso sui minimi da gennaio a 1,1961 dollari (1,1974 ieri in chiusura) e 130,49 yen mentre il dollaro/yen quota 109,11.
Per quanto riguarda il petrolio, il Wti ha terminato in ribasso dello 0,77% a 67,42 dollari al barile dopo l’incremento delle scorte Usa mostrato ieri dai dati Eia. L’oro recupera lievemente terreno riportandosi in area 1.314 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano cala leggermente, in linea con gli altri governativi europei, portandosi all’1,73%, lo spread tra Btp e Bund chiude stabile a 120 punti base.