Un uomo d’azienda con la passione per la politica. Andrea Benveduti, chief financial officer di Axpo Italia spa, filiale italiana del colosso svizzero dell’energia Axpo, nuovo assessore regionale allo Sviluppo economico (subentra a Edoardo Rixi, eletto in Parlamento), è al suo primo incarico pubblico ma da tempo si appassiona alle questioni politiche e sociali e dal 2000 è iscritto alla Lega. Cinquantaquattrenne, tre figli, è sposato con Monica, che «gestisce con successo un’azienda familiare, cioè la sua famiglia».
«Non ho ambizioni politiche – dichiara il nuovo assessore a Liguria Business Journal – ma idee politiche che si sposano con quelle di Edoardo Rixi e della Lega. Ho passione per il sociale. Penso ai miei figli, a quella più piccola che ora ha dieci anni, e una volta, a proposito di non so più quale fatto, mi ha detto: “ma che mondo ci state lasciando”? Mi ha fatto riflettere, perché la mia generazione, diciamo la generazione di quelli che oggi sono tra i 40 – 50-55 anni, secondo me si è disinteressata della politica. Bisogna tornare a prendersi cura della casa comune, fare politica per me vuol dire questo: prendersi cura della casa comune. Sono da anni nella Lega, sono amico di Edoardo e lo stimo, ora mi impegnerò personalmente in una carica pubblica. Del resto io amo le sfide, quando ho fatto il servizio militare ho scelto di andare nei paracadutisti».
Benveduti rimarrà in Axpo: «Non lascio l’azienda, ho trovato la formula ottimale per conciliare l’impegno in Regione con il lavoro in Axpo , con me lavorano 50 persone, verrà data più responsabilità alle prime linee».
Non c’è conflitto di interessi tra il lavoro e l’attività in Regione? «No – risponde – lo escludo. Axpo non ha impianti in Liguria, non ha nulla che interferisca con il mio impegno politico».
Che cosa intende fare il nuovo assessore allo Sviluppo economico?
«Subentro a Edoardo dopo tre anni – osserva Benveduti – la politica di sviluppo economico della Regione è già stata impostata e avviata da lui e da Toti. Io inizierò andando sul territorio a parlare con gli imprenditori, penso di capirli, di capire le loro esigenze, il mio sarà un po’ un ruolo di cerniera tra il mondo imprenditoriale e l’amministrazione. Non ho la bacchetta magica ma nel mio lavoro credo di avere sviluppato capacità organizzative e relazionali. Certo, bisogna programmare. Un esempio di programmazione e di sguardo proiettato sul futuro è il progetto della nuova diga foranea che è stato presentato venerdì scorso».
Una programmazione attenta alla necessità di creare nuovo lavoro. «Io – precisa il nuovo assessore – metterei al centro di ogni discorso il lavoro, che invece trovo sia spesso assente nel dibattito politico, o comunque non presente e centrale come secondo me dovrebbe essere. Si parla tanto di diritti ma in questo sono d’accordo con Diego Fusaro che ha detto: “chi è disoccupato non soltanto non ha un posto di lavoro, non ha un posto nella vita”. Quindi la nostra prima preoccupazione è: come creare posti di lavoro veri? Certo, si tratta di problemi che in larga misura vanno risolti a livello nazionale ma nel nostro piccolo, qualcosa possiamo fare per il tessuto economico della regione. Faccio soltanto un esempio: la Liguria non ha soltanto Genova, gli altri capoluoghi di provincia, e località turistiche come Santa Margherita, Rapallo, Alassio e via dicendo. Comprende anche realtà molto differenti, per esempio l’Appennino con le sue vallate. Occorre una politica di incentivi che freni l’abbandono delle vallate e possibilmente ci riporti dei giovani. Ma se lo Stato nazionale è prono a leggi che vanno contro la nostra storia questo diventa più difficile. Faccio un esempio, un caso che mi è capitato di constatare personalmente in un paesino delle nostre montagne: una coppia di anziani gestiva un bar, è uscita una norma che imponeva, se ricordo bene, di costruire un antibagno davanti ai servizi. Il locale era troppo piccolo per ricavarci anche un antibagno e queste persone avranno anche avuto difficoltà a trovare le risorse necessarie. E poi sono anziani. Hanno ceduto il locale, così si è persa un’attività che contribuiva e rendere più vivibile il paese».
Chi vuole fare in Liguria si trova spesso di fronte a dei no. Nascono facilmente comitati contro grandi e piccole opere. «Credo che se l’utilità e l’impatto ambientale, sociale ed economico di un’opera vengono spiegati ai cittadini, molte diffidenze, molto mugugno vengano meno. E sono convinto che si possano realizzare grandi opere nel pieno rispetto dell’ambiente. Ora non sto a ripetere quanto sia indispensabile per Genova e la Liguria uscire dall’isolamento, non farsi strozzare dal traffico e quindi realizzare il Terzo Valico e le altre infrastrutture. Dico soltanto che la Svizzera, che conosco bene anche per il mio lavoro, è uno dei paesi più dotati di infrastrutture al mondo e anche dei più belli. In Svizzera hanno fatto opere gigantesche come il raddoppio del traforo del San Gottardo ma chi passa davanti all’imbocco e all’uscita della galleria non vede colate di cemento. Il cemento è stato ricoperto di pietra viva, l’ambiente ha un aspetto naturale. In certi casi, con le pietre a coprire il cemento c’è il verde. Insomma, rispetto per la natura e la sua bellezza e infrastrutture possono e devono convivere».
Creare lavoro, nuove risorse, per offrire ai giovani la possibilità di restare in Liguria e garantire un futuro alla nostra regione. «Io ho tre figli, uno di 21 anni e due ragazze di 19 e 10 anni. Voglio assicurare loro un futuro e mi dispiace l’idea che debbano lasciare Genova e la Liguria per andare chissà dove a cercare un lavoro. Una cosa è trascorrere un periodo all’estero e poi tornare, altra cosa andare via per sempre. A parte il mio dispiacere personale è chiaro che perdendo i giovani perdiamo il nostro futuro».
Benveduti è stato presentato ufficialmente alla stampa dal governatore Giovanni Toti e da Ediardo Rixi questo pomeriggio, terminata la seduta di giunta.
«Per insediare il nuovo assessore, che ha tutte le deleghe di Rixi – ha detto Toti – abbiamo impiegato il tempo strettamente necessario alla indivifuazione della figura più adatta e al passaggio di consegne. L’assessorato allo Sviluppo economico è impegnativo».
«Ci abbiamo messo meno tempo di quanto a sistemare un assessorato difficile come questo – ha aggiunto Rixi – di quanto ne occorre al Pd per scegliere il capogruppo.Io comunque resto a disposizione dell’assessore nelle prime settimane. Benveduti ha davanti a sé due anni di mandato in cui bisognerà concretizzare quanto avviato negli anni scorsi».