Un utile risicato, ma pur sempre un utile, nonostante la “mazzata” per il fallimento di Alitalia, costato 1,5 milioni di accantonamento non ricorrente per l’Aeroporto di Genova, che ha chiuso il bilancio 2017 con +11 mila euro (l’utile netto sarebbe stato di 900 mila euro, superiore ai 795 mila del 2016).
Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Ligure Occidentale, azionista di maggioranza della società di gestione dello scalo (con il 60%, il resto è diviso tra Camera di Commercio di Genova al 25% e Aeroporti di Roma al 15%) parla del 2018 come annata per la quadratura del cerchio: «Non sarà facile per il neo direttore generale Piero Righi mantenere conti a posto fare investimenti e assorbire le perdite di Alitalia, ma siamo ottimisti».
Le vicissitudini della compagnia di bandiera sono costate al Colombo già 4,5 milioni prima di quest’ultimo milione e mezzo, risorse che sarebbero state destinate per gli investimenti, che comunque sono stati di 3,4 milioni: «Bisogna ringraziare il cda che ha assorbito la botta, ma faremo presente la questione a Enac e al ministero per rivedere la durata residua della concessione». La scadenza della concessione è per il 2027, il periodo di concessione è tarato sull’ammontare degli investimento e – Signorini non lo nasconde – è l’elemento qualificante per l’operazione di apertura del capitale della società. «Piú ampio è il periodo residuo più è appetibile l’acquisto delle quote. La privatizzazione resta comunque un obiettivo, anche se non primario, ma a lungo termine».
Signorini sottilinea i passi fatti sulla governance della società: «Nel cda oggi sono rappresentate un insieme di professionalità composite e di assoluto valore, conoscitrici del mercato locale, dell’economia genovese, esperti aziendali di traffiici e giuridici. Mancava un tassello importante, che avesse la capacità di svolgere quotidianamente le fasi operative. L’arrivo di una persona qualificata come Righi è garanzia di potenziamento della struttura».
Approvato l’assessment del personale, una valutazione a tutti i livelli: dall’operaio allo stesso Righi, per capire quali sono le potenzialità (anche inespresse), le esigenze formative, punti di forza e di debolezza su cui lavorare. «Abbiamo scoperto – dice il presidente del cda Paolo Odone – come all’interno della struttura ci siano desideri di miglioramento, professionalità giovani».
Odone ha anche sottolineato che spesso manca la consapevolezza, tra i genovesi, dei vantaggi dei servizi offerti dall’Aeroporto, soprattutto se prenotati via web. «Inoltre abbiamo anche fissato una riunione con le agenzie di viaggi, abbiamo saputo che alcune vendono Mikonos da altri aeroporti invece che dal nostro».
Intanto le destinazioni sono passate da 26 a 40, con hub importanti (Francoforte in primis) raggiunti. Nei primi due mesi del 2018 il traffico è aumentato dell’11%.