Dopo un lungo soggiorno a Roma, il cuoco giramondo Edoardo Ferrera sbarca a Oneglia, prendendo in gestione i fornelli del Ristorante Agrodolce (affiancandoci il nome “Il Refettorio, cenacolo del tempo sospeso”) di calata Cuneo 23, che sarà inaugurato giovedì 22 marzo.

Il locale è insignito da ben nove anni della stella Michelin. Riconoscimento che «difenderemo quest’anno – spiega Edoardo Ferrera – per poi andare a migliorarci. Dal 2013 abbiamo anche mio figlio in squadra, e crediamo più che mai in questo progetto: uno dei nostri menù, non a caso si chiama “Tracce”». Un modo di lasciare il segno del loro passaggio, anche attraverso la proposta di due percorsi: “I primi morsi” (in cui è presente anche un omaggio al compianto Gualtiero Marchesi) e “Il ritorno è assente” (in cui Ferrera si rilegge tra terra e mare).
Tra le novità proposte, oltre al caleidoscopio di ostriche curato dal figlio Filippo, anche l’inserimento di un ventaglio di pizze interpretate dallo chef. «L’arte della panificazione, dell’impasto e della lievitazione – aggiunge Ferrera – è spesso e volentieri esclusa dalle cucine stellate, e non lo trovo corretto. La pizza ci deve essere, è un caposaldo della cucina italiana, riconosciuto anche come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 2017».
Ferrera, ispirato da “Io sono nessuno – Storia di un clochard alla riscossa” di Wainer Molteni, ha inoltre creato il menù “Pane&Acqua”, i cui proventi saranno in parte devoluti al Centro ascolto Caritas di via Nicolò Berio di Imperia, da anni impegnato nel sostenere i senzatetto.
Il viaggio di Ferrera, iniziato sull’Amerigo Vespucci nel 1984 e arrivato a toccare Germania, Francia (dove passò nove anni, collaborando anche con Alain Chapel), Milano (in cui, col “Don Carlos”, giocò un derby lungo tre anni con Carlo Cracco e Claudio Sadler), Portocervo (in un progetto con Gianfranco Vissani) e Roma, prosegue quindi nella sua Liguria, a Oneglia: «ho sempre portato con me il calore della mia terra: nella mia cucina il pesto non mancherà mai».