«I nostri obiettivi sul trasporto pubblico sono tre: fornire un servizio di qualità, al miglior costo e salvaguardare i posti di lavoro, l’in house secondo noi è l’opzione che ci consentirà di raggiungerli, ma se dovessi ricevere proposte alternative non chiuderei la porta, ma prima almeno le valuterei». Marco Bucci, sindaco metropolitano, è rilassato, seduto in fondo al bus Atp alimentato a diesel e metano, in giro di prova nel centro di Genova (qui l’articolo).
Per la prima volta lascia intendere che, pur prediligendo la strada dell’affidamento in house per il trasporto pubblico locale della Città Metropolitana di Genova e del capoluogo ligure, la porta non è chiusa ai privati.
«Ho sempre detto che sono disposto a valutare tutte le proposte che arrivano, non rifiuto a priori un progetto».
Il sindaco ha negato di averla già ricevuta questa proposta (ieri a Roma ha parlato con i rappresentanti di Ferrovie dello Stato italiane) e non si sbottona neanche sulla questione Autoguidovie, il socio privato di Atp Esercizio che dovrà uscire o scendere sotto al 20% della quota azionaria per rendere legale l’in house: «I negoziati si fanno in ottica win-win, troveremo un accordo che soddisferà tutti», assicura.
Intanto annuncia che tra il 2025 e il 2028 si dovrebbe concludere il processo che porterà ad avere mezzi pubblici non più basati sul combustibile fossile: «Partiremo dal centro di Genova per allargare il concetto a tutta la Città Metropolitana».