«Nessun malato ha rischiato il peggioramento in pronto soccorso a causa del grande afflusso degli ultimi giorni». Walter Locatelli, commissario straordinario di Alisa, perde un po’ del proprio aplomb durante la conferenza stampa al termine della riunione del Diar emergenza-urgenza, il primo dipartimento interaziendale attivato nella sanità ligure (dallo scorso autunno), per fare il punto sulla situazione di afflusso straordinario nei pronto soccorso liguri in concomitanza con le feste natalizie, l’arrivo dei turisti e l’anticipato picco influenzale.
L’accusa: la Regione si è fatta trovare impreparata e (vedi box) non ha puntato sulle vaccinazioni antinfluenzali (l’ultimo dito puntato è quello dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati), le attese si sono protratte anche per 8 ore, non sono state attivate tutte le unità di crisi.
La preoccupazione dello Spi era dettata dal fatto che la Liguria aveva acquistato solo 312 mila dosi di vaccino, numero nettamente insufficiente a coprire la popolazione over 65 che nella nostra regione è di 443.786 persone, di cui 242.233 a Genova. Le 312 mila dosi avrebbero dovuto coprire anche le categorie a rischio rendendo di fatto impossibile vaccinare almeno il 50% della popolazione. Al di là dei numeri delle dosi di vaccino, lo Spi come non sia stata attivata una efficiente campagna di promozione della vaccinazione accompagnata da un aumento e diversificazione dei punti vaccinali. La Liguria risulta essere – secondo gli ultimi dati disponibili riferiti all’anno 2015-2016 dell’Istituto superiore di Sanità – tra le regioni meno virtuose nella vaccinazione degli anziani con una copertura del 45,7% della popolazione over 65, contro una media nazionale del 49,9%. Tutte le altre regioni registrano percentuali più alte di quelle liguri con in testa il 62% dell’Umbria. La Liguria è tra le ultime, dopo c’è solo la Sardegna.
La difesa: dalla lettura e dalla sintesi dei dati rispetto agli anni precedenti si rileva un aumento dei codici rossi e dei codici gialli, le code delle ambulanze invece sono diminuite, così come le barelle al primo piano del San Martino, passate dalle 60 dei “tempi peggiori” a una punta massima di 25 alle ore 18, ossia l’orario di riferimento per vedere se un ospedale ha saputo rispondere o meno alle emergenze della giornata.
Il 27 dicembre è giunto negli ospedali il 35% in più delle ambulanze rispetto alla media annuale. Come l’anno scorso (seconda volta in 15 anni) l’andamento dei codici rossi e gialli è sovrapponibile. Per quanto riguarda le barelle, alle 8 al San Martino, tra la domenica prenatalizia e il giovedì post natalizio, si è registrata una diminuzione del 15% rispetto all’anno precedente (58 barelle), nello stesso periodo, al Villa Scassi, la diminuzione è stata del 26%, pari a 74 barelle in meno.
Le dimissioni anche il sabato e la domenica hanno limitato il “collo di bottiglia” della carenza di posti letto. Inoltre «l’apertura dei reparti a conduzione infermieristica – puntualizza Sonia Viale – sono la strada giusta verso i cosiddetti ospedali di comunità che servono per coloro che non sono gravi, ma necessitano comunque di un ricovero. Dopo i 12 posti del Galliera sono da poco attivi anche altrettanti nella rsa Doria». Il fatto di non aver aperto subito tutte le unità di crisi viene spiegato da Locatelli: «La previsione è di attuare un’apertura graduale per evitare la saturazione dei posti in una fase ancora non di vera emergenza».
Se si vuol vedere il quadro completo la coperta è comunque corta (ma lo è ovunque): per far fronte alla situazione di emergenza, si vanno a bloccare i ricoveri per gli interventi di elezione, ossia quelli programmati. La complessità dei pazienti in ospedale aumenta e quindi anche le dimissioni subiscono un inevitabile ritardo.
Viale, sottolineando la ripresa del dialogo con la medicina del territorio, riconosce che, pur avendo incrementato il servizio di guardia medica, il fatto di avere solo due linee telefoniche dedicate può aver scoraggiato le persone, che, pur di avere una risposta di qualche tipo, hanno preferito il pronto soccorso. Locatelli riconosce che nell’ultimo anno la Regione ha fatto comunque un passo significativo verso il 60% nella copertura vaccinale delle fasce a rischio.

Il fatto di essere di fronte a un’epidemia influenzale anticipata, ma anche a una diffusione anomala delle polmoniti, viene supportato dai grafici elaborati da Alisa, ma anche dagli stessi medici di medicina generale (che, ricordiamo, non fanno parte del sistema sanitario regionale, ma sono una categoria a parte). Andrea Stimamiglio, segretario della Fimmg, a spanne ha fatto un calcolo: «Solo nella giornata di ieri sono stati circa 10 mila i pazienti visitati dai medici».
Riassumendo, per l’Asl 1 imperiese sono stati almeno 300 i pazienti al giorno, con la tempistica rispettata per i pazienti critici, non è stata registrata coda di ambulanze e il 20% dei pazienti proveniva da fuori regione. Nell’Asl 2 savonese i pazienti anziani sono aumentati, oltre il 30% di accessi era da fuori regione, sono stati aperti 5 posti letto di chirurgia multidisciplinare, ma la situazione viene definita comunque sotto controllo. Nell’Asl 3 genovese gli afflussi sono stati notevoli, i pazienti critici sono stati soprattutto anziani; occupati i primi 14 posti letto post acuti, da oggi ne sono in attivazione anche altri 15; i tempi di attesa dei codici triage: rossi 0 minuti; gialli meno di 30 minuti; verdi meno di 44 minuti; nessun blocco ambulanze. Per l’Asl 4 chiavarese gli afflussi sono aumentati del 5% rispetto all’anno scorso, il 12% arriva da fuori regione, l’unità di crisi è stata attivata, ma al momento i 10 posti letto aggiuntivi non sono stati usati. L’Asl 5 spezzino ha aumentato i medici in pronto soccorso; la situazione non è critica, il 10% dei pazienti arriva da fuori regione; la guardia medica ha svolto 1.082 visite domiciliari dal 24 al 31 dicembre. Per quanto riguarda il San Martino sono state separate le funzioni di pronto soccorso e Obi (osservazione breve intensiva), sono rispettati i tempi massimi previsti per attesa in barella; rafforzata la presenza dei medici specialisti; è stata attivata la sala per codici bianchi con risultati positivi.
Per il prossimo fine settimana, per fronteggiare la possibile nuova emergenza, si pensa anche a una seconda postazione di guardia medica all’ospedale Villa Scassi per la gestione dei codici bianchi e la garanzia della quota sociale per i posti letto di mantenimento nelle rsa a carico delle Asl.