Quasi cinque milioni di euro per la Liguria dal Piano nazionale per la promozione del “Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita sino ai 6 anni”, su cui è stata raggiunta l’intesa in conferenza unificata Stato Regioni.

Il piano è previsto dalla legge 107 del 2015 (Buona Scuola) che, per la prima volta, ha sancito la nascita di un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni. In totale sono 209 i milioni di euro erogati dal ministero dell’Istruzione, ai Comuni beneficiari, in forma singola o associata.
Il Piano finanzierà interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni sia con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza. Le risorse sosterranno anche parte delle spese di gestione per incrementare i servizi offerti alle famiglie e di ridurre i costi che devono sostenere.
I criteri di ripartizione tra le regioni sono ancora legati prevalentemente alla popolazione e agli iscritti ai servizi educativi: «Un limite – dice Anna Giacobbe deputato Pd eletta in Liguria – si rischia una dispersione di risorse; tuttavia, da un lato, almeno per il 10% i finanziamenti sono assegnati in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo promuovere un accesso maggiore; dall’altro è necessario, e possibile, che i Comuni lavorino insieme per utilizzare al meglio le risorse. C’è da augurarsi che la Regione svolga un funzione di coordinamento».
L’obiettivo del programma “zero-sei” è fare uscire i servizi per l’infanzia dalla dimensione assistenziale ed entrare a pieno titolo nella sfera educativa: ma all’assegnazione del finanziamento deve seguire un impegno per realizzare del sistema integrato.
Il decreto attuativo della legge 107 approvato ad aprile prevede la costituzione di Poli per l’infanzia per bambine e bambini di età fino a 6 anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi: il decreto di riparto dei 150 milioni di euro di risorse Inail per il triennio 2018-2020, che le Regioni potranno utilizzare per la realizzazione di Poli per l’infanzia, è stato firmato a luglio scorso.
«Ci sono le condizioni per superare i limiti di questo primo avvio e per utilizzare le potenzialità che offre – sostiene Giacobbe – serve una ripresa di capacità di progettare i servizi educativi e non si potrà fare senza il coinvolgimento di chi lavora nei nidi e nella scuola per l’infanzia, e senza l’impegno del sistema degli enti locali».