Sono state 470 le segnalazioni di cinghiali in area metropolitana genovese da inizio 2017, una situazione sicuramente complicata da gestire e che coinvolge tre assessorati, visto che comprende le questioni igienico-sanitarie (Matteo Campora), la sicurezza dei cittadini (Stefano Garassino) e l’allestimento di misure per impedire agli animali di scendere in città (Paolo Fanghella).
La nuova ordinanza firmata dal Comune di Genova, che modifica quella del 2011 (sindaco Marta Vincenzi), ha l’obiettivo, spiega Matteo Campora, «di fare ordine sulle competenze e di permettere la gestione dell’emergenza liberamente, valutando cosa è meglio fare».
In sostanza viene rimosso l’obbligo di rimozione incruenta, tenendo conto di quella che è la priorità, ovvero l’incolumità fisica delle persone e la sicurezza materiale delle cose. Rimozione significa spostamento in altro luogo (e anche qui occorrerà costituire una rete, perché non è semplice neanche la fase di rilascio) e Campora rassicura: «Non diventerà un far west, ma in questo modo sarà più semplice agire».
La competenza sulla gestione degli ungulati spetta alla polizia venatoria regionale, le forze di polizia (municipale compresa) si possono invece occupare di istituire l’area di sicurezza per assicurare la riuscita dell’attività di recupero ed evitare che i curiosi si mettano in pericolo.
Dal canto suo il Comune, che firmerà a metà settembre il protocollo d’intesa con la Regione Liguria per gestire il problema cinghiali in modo organico, si impegnerà a multare chi foraggia gli ungulati, favorendone il ritorno: «Abbiamo segnalazioni di persone che abitualmente danno da mangiare a questi animali – racconta Campora – la sanzione è di 50 euro».

Il direttore del settore ambiente del Comune di Genova Michele Prandi, specifica anche che sono al vaglio varie soluzioni di dissuasione, come le recinzioni in alcune zone critiche, il peralto, per esempio. Non si sa ancora quale tipo di recinzioni (reti metalliche o pastore elettrico) e a quanto ammonterebbe l’investimento (se ne occuperà Aster). Occorrerà capire se la Regione potrà dare un mano dal punto di vista dei fondi.
«Stiamo valutando anche l’ipotesi contraccezione – aggiunge Campora – tenendo conto che è molto complicato riuscire a essere efficaci su tutta la popolazione ungulata, perché la “pillola” andrebbe messa nel foraggio. In ogni caso anche la pulizia dei boschi circostanti, che abbiamo in previsione, sarà utile».