«I due commi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale non fanno decadere la legge regionale. Siamo già al lavoro per trovare una soluzione e sanare i rilievi della Consulta: a breve affronteremo il tema con le associazioni agricole che sono seriamente preoccupate per le ricadute della sentenza della Corte sulle produzioni locali». Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai commentando la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi due commi della L.r. 29/2015 in tema di controllo di fauna selvatica.
«I due commi oggi dichiarati illegittimi – spiega Mai – colmavano il vuoto lasciato dai tagli indiscriminati sul personale della polizia provinciale, decisi dalla legge Delrio, aggravati ulteriormente dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato e da una legge nazionale che risale a 25 anni anni fa e che il Governo non mette al passo con i tempi. L’introduzione, da parte di Regione Liguria, di soggetti volontari, adeguatamente formati, e quindi anche di cacciatori, per il controllo della fauna selvatica a supporto gratuito degli agenti delle ex Province, si era reso necessario visto lo scarso numero sul territorio degli agenti stessi, a seguito della soppressione degli enti intermedi».
«Con la sentenza della Corte – conclude l’assessore Mai – si prospetta il rischio, soprattutto all’approssimarsi della stagione estiva di maturazione dei frutti e degli ortaggi, di una presenza incontrollata del cinghiale sul nostro territorio e quindi di un grave danno per l’agricoltura e i muretti a secco. Nel prossimo Tavolo verde, ci confronteremo con le associazioni agricole per trovare delle soluzioni alternative attuabili. Certo è che il ruolo dei Comuni si rende ancora più strategico nella prevenzione e nella pulizia delle zone periurbane: nel caso di Genova, vista la totale assenza di interventi manutentivi e preventivi dell’assessore comunale Crivello negli ultimi cinque anni, siamo preoccupati per un possibile incremento della presenza di cinghiali in città, dove il fenomeno purtroppo è già molto diffuso».