Tiene banco la questione Amiu-Iren all’inaugurazione della nuova condotta del depuratore della Darsena di Genova: l’amministratore delegato di Iren Massimiliano Bianco ribadisce l’interesse per l’operazione: «Un progetto industriale importante per Amiu, su cui ci siamo confrontati a lungo per dare un futuro all’azienda, per dare un contributo importante all’intero ciclo ambientale di Genova, della Città Metropolitana e anche oltre».
Proprio ieri, a margine dell’assemblea degli azionisti (lo riporta il sito web Borsaitaliana rilanciando l’agenzia Radiocor), Bianco aveva dichiarato che più passa il tempo, più aumenteranno le criticità future per l’azienda genovese: «È abbastanza fisiologico nelle operazioni straordinarie avere interlocutori i cui tempi decisionali non sono prevedibili – spiega – è il motivo per il quale non abbiamo inserito nel nostro piano industriale una crescita che includesse operazioni straordinarie. Abbiamo identificato un target di cento milioni addizionali di Ebitda che possono venire dalla somma di tutte le operazioni straordinarie che faremo nel prossimo triennio».
Dal canto suo il sindaco di Genova Marco Doria ribadisce ancora una volta che l’operazione è «la scelta migliore, perché evita gli aumenti della Tari, insostenibili, e anche il declino di Amiu, un problema che dovrà essere risolto su cui il consiglio dovrà prendersi delle responsabilità. Questa è una soluzione industriale seria, nessuno è mai stato in grado di proporre ipotesi alternative».
Intanto a Palazzo Tursi, stamattina il collegio sindacale di Amiu è stato audito, insieme al presidente Marco Castagna, in una Commissione dedicata, dichiarando che le banche hanno “chiuso i rubinetti” all’azienda, impedendo di fatto nuovi fidi. Amiu quindi chiederà ufficialmente al Comune di Genova di saldare il proprio debito (i milioni per il trasporto dei rifiuti extra-regione): l’aumento monstre della Tari sembra essere inevitabile, l’alternativa sarà il fallimento dell’azienda.