La competitività degli scali portuali si giocherà sull’efficienza e la produttività, visto che il gigantismo navale ha mostrato i suoi limiti, con l’infondata convinzione che aumentando la portata in Teus delle nevi e riducendo la velocità, ci sarebbe stata maggiore reddittività.
La relazione del presidente di Spediporto Alessandro Pitto all’assemblea annuale di categoria, ospitata al Palazzo della Borsa di Genova, parte da questo dato di fatto e lancia alcuni spunti legati alle sfide che istituzioni e porti dovranno affrontare nei prossimi anni: la competitività non passerà dalla tratta marittima, ma dai servizi che un porto è in grado di dare a terra.
L’infrastruttura immateriale, la digitalizzazione dei servizi, l’automatizzazione delle banchine, il potenziamento dei collegamenti su ferro saranno al centro degli investimenti nei prossimi anni.
«Germania e Olanda – dice Pitto – stanno raggiungendo una tale evoluzione informatica che impone di ragionare in un’ottica di Pcs, Port community system, di terza generazione, ossia a livello globale».
Proprio da Genova partirà il progetto di coordinamento dei Pcs nazionali, affidato da Uirnet a Hewlett Packard Enterprise.
Gran parte degli investimenti che si stanno facendo nel mondo – rilevano gli spedizionieri – vanno nel senso di avvicinare la produzione ai mercati di vendita e di distribuzione, per questo la visione (anche alla luce della riforma portuale, con l’istituzione delle Autorità di Sistema), deve essere rivolta all’intero Nord Ovest. E Spediporto auspica l’istituzione di una Zes (Zona economica speciale), per un progetto che porti impresa, occupazione e progresso su tutto il territorio.
Numeri importanti
La filiera portuale attiva in Liguria, tra effetti diretti, indiretti e indotto, 10,9 miliardi di euro di produzione e 4,6 miliardi di euro di valore aggiunto. Oltre 54 mila le unità di lavoro impiegate. In termini relativi la filiera portuale di Genova pesa per il 12,6% del valore aggiunto della Liguria e per il 9,7% dell’occupazione.
Su 17 milioni di operazioni doganali effettuate in Italia (350 miliardi di euro di beni importati), oltre 10 milioni vengono dalla Liguria. Da sola incassa il 58,8% dei 14,9 miliardi di diritti doganali dello Stato (12,9 mld di iva e 2 mld di dazi).
L’occupazione di suolo è inferiore al 5% della superficie metropolitana (Rotterdam occupa il 33%). La densità di occupazione di oltre 500 persone per km quadrato è pari a circa il doppio della densità dell’area metropolitana.
In sostanza il porto di Genova da solo, con le sue 3.644 imprese, genera il 12,9% del valore aggiunto del territorio e dà occupazione al 9,7% della popolazione, garantendo introiti allo Stato per 8,7 miliardi di euro.